Il punto della situazione: gli Spiriti della Vendetta sono
stati portati nelle terre del Sangue, per partecipare alle Transwar...
gli amici di Dan: Stacy, Adrienne
e Jack (il vigilante noto come Shriker), sono riuniti
al capezzale della madre del ragazzo, in coma da giorni. Anton Hellgate, pieno di dubbi riguardo la propria identità,
decide di andare a trovare Gerard Dolan, il
poliziotto che negli anni passati aveva raccolto informazioni su di lui...
Le sirene del porto risuonarono.
Le acque, sulle quali si rifletteva la luna piena si mossero e ribollirono.
Una sagoma pallida se ne trascinò a fatica fuori, giungendo sul pontile.
Ad un primo sguardo pareva un grottesco granchio antropomorfo, il suo corpo era
reciso sotto il petto e dal punto di cesura pendevano organi e muscoli; aveva
lunghi capelli argentei che scivolavano scomposti sulle spalle e stringeva in
una mano una spada.
"Ce l'ho fatta..." ansimò Blackout "Mi ci sono voluti giorni, ho
dovuto recidere, metà del mio corpo... ma ci sono riuscito... ora dovrò solo
riposarmi e lasciare che il mio fattore rigenerante faccia il resto... E poi
avrò la mia vendetta su Dan Ketch."
Sentì un passo dietro di sé e si voltò di scatto.
"Ah sei tu?"
La figura, immersa nel buio, sorrise "Quella spada... è la spada di Foundry?"
"Si... ma adesso vedi di darmi una mano... devo mettermi al
sicuro..."
Una mano si abbassò a stringere la spada, sfilandola dalla presa di Blackout
"Questa la tengo io."
"Ridammela!" Ringhiò il vampiro
La figura alzò una mano, lunghi artigli rossi si allungavano da ogni suo dito.
Calò un colpo secco e preciso sulla nuca di Blackout, penetrandogli il cranio e
disfacendogli il cervello.
Il Lilin non ebbe neanche il tempo di reagire,
morendo all'istante.
Un paio d'occhi castani si specchiarono sulla lucida lama della spada.
#13 - Interludio
"Nessuna notizia di Michael e gli altri?" chiese Seer.
"Ancora no... il Pozzo del Destino li avrà condotti da qualche parte. Ma
sono sicuro che quando meno ce l'aspettiamo torneranno a farsi vivi."
Rispose il Custode, era seduto sul bancone del night club del Sangue.
"Se non avessi avuto la prontezza di teleportarci
via dall'isola all'ultimo momento, anche noi ci saremmo trovati nel Pozzo del
Destino..." commentò Seer, era sdraiata sul
pavimento che armeggiava con una cassetta degli attrezzi.
"Già... anche se forse non sarebbe successo niente... in fondo, il nostro
destino di membri del Sangue si è compiuto..."
"Anche se il Sangue non esiste più, pensi che continuerai con il tuo ruolo
di Custode?"
L'uomo rimase in silenzio per qualche secondo, poi saltò giù dal bancone e si
avvicinò alla ragazza "Hai fatto un bel lavoro."
"Dici?" Seer si alzò da terra e guardò le
tre moto che scintillavano davanti a lei, come fossero nuove di zecca "Ho
preso qualche pezzo usato e li ho uniti alle carcasse di tre Harley... E poi ho
usato un po' di magia, in modo che possano alimentarle con il fuoco infernale.
Penso che ai ragazzi manchino le loro moto, visto che quelle vecchie sono
andate perdute."
"È vero che Badilino ti ha curato con il fuoco
infernale?" chiese d'un tratto il Custode.
"Uh... si. Strano vero?"
"Molto... Esistono tre tipi di fuoco infernale: rosso, nero e bianco.
Quello rosso ha un potere d'offesa spirituale e brucia l'anima. Quello nero ha
un potere d'offesa fisico e brucia la carne. Mentre quello bianco ha un potere
lenitivo. Il medaglione permette di usare il primo tipo in modo istintivo,
mentre l'accesso agli altri due è legato agli eventi particolari in cui si
trovano gli Spiriti della Vendetta. Badilino si era
mostrato già in grado di padroneggiare quello nero, quando Vendetta si suicidò
in un'esplosione... ed adesso sta usando quello bianco senza problemi..."
"In fondo Michael ha con se due frammenti del medaglione. Forse per questo
ha maggior maestria..." azzardò Seer.
Il Custode si grattò il mento, poi si avvicinò alla porta "Devo fare delle
ricerche... continua a tenere d'occhio Badilino."
E cosi dicendo uscì.
"Tenerlo d'occhio?" sorrise tra se e se Seer
"Volentieri."
L'inferno.
Tra le urla dei dannati si levava più forti il pianto di un bambino.
"Buono Adam... andrà tutto a posto, vedrai... La mamma ti porterà in
salvo." Threnody, nascosta dietro a un lastrone,
strinse al petto il fagotto in cui era avvolto suo figlio: Mefisto voleva usare
Adam per i suoi scopi, e lei non voleva permetterglielo, era solo un bambino,
non gli avrebbe fatto correre dei rischi.
"Sei sicura di esserne capace?" chiese Mefisto apparendo alle sue
spalle.
Threnody lanciò un grido e corse via di scatto, mise
un piede in fallo e scivolò in una scarpata.
Attutendo l'impatto con il suo corpo, per evitare che il bambino si facesse
male, la mutante giunse sul fondo di un burrone.
Si guardò intorno, e vide che era circondata da rovi di un colore scarlatto.
Alzò lo sguardo e vide che quei rovi si riunivano a formare una grossa croce,
nella quale era intrappolato il corpo di una creatura che non aveva mai visto.
La sua pelle lucida sembrava di rame, il suo volto era privo di lineamenti
eccezione fatta per le piccole fessure bianche degli occhi, dal retro della
nuca fuoriuscivano dei grossi rovi che sembravano riunirsi a quelli della
croce.
Era una visione estatica e al tempo stesso raccapricciante.
"Lei è Rosanera..." mormorò una voce alle sue spalle.
Threnody si voltò e vide Schreech,
una delle ancelle di Mefisto, un demone femminile dal volto scavato e dal corpo
squamato.
"Lei era come me, moglie di Cuorenero quando
egli era il sovrano degli inferi... ma quando Mefisto è tornato a regnare, di
lei non è rimasto che un involucro vuoto..." la creatura afferrò Threnody per un polso e iniziò a trascinarla con te
"Ma non c'è motivo di perdere altro tempo qui... Mefisto ti vuole...
subito!" e cosi dicendo la trascinò via.
"Ciao Jack!"
"Ciao Adrienne." Fece il ragazzo alzando lo
sguardo dal giornale che teneva aperto sulle gambe: era seduto sulla panchina,
in attesa dell'autobus "Vai all'ospedale?"
"Si... speravo di trovare Dan..."
"Mi spiace... ma non c'è." Jack chiuse il giornale "Sembra
proprio sparito dalla circolazione negli ultimi tempi... non lo trovo mai
neanche a casa."
"Uff... quanto mi farà preoccupare ancora quel ragazzo!" sbuffò Adrienne.
"A chi lo dici!" sorrise Jack.
"Beh, io vado lo stesso all'ospedale, sono sempre in ansia per sua
madre... tu che fai?"
"Sto andando a trovare Stacy. Non l'ho ancora
vista da quando l'hanno dimessa..." allungò il collo verso la strada
"Ah, ecco l’autobus."
"Ci vediamo presto!" lo salutò Adrienne,
mentre si dirigeva verso l'ospedale.
Il bar senza nome.
Un gruppo di criminali si sedette al bancone: tra di loro vi era l'uomo noto
come Averla Assassina.
"Quattro whisky!" ordinò.
"E le buone maniere dove sono?" esclamò Madcap,
il barista "Non è per niente educato, e visto che oggi è il giorno dei
maleducati, offre la casa!"
E così dicendo poggiò due bottiglie di Whisky davanti ai criminali.
L'Averla Assassina si versò da bere, stava per poggiare il bicchiere sulle
labbra quando annusò l'aria "ma che è sta puzza
di cadavere?"
Al bancone, si era avvicinato con passo trascinato lo Spaventapasseri.
"Gh... ghhh..."
mugugnò l'uomo sbattendo la mano sul tavolo.
"Subito! Un frappé all'amarena per il
signore!" strillò Madcap.
"Puzzi da far schifo! Non vorrai mica sederti qui?" sbottò l'Averla
Assassina.
Lo Spaventapasseri sembrò non sentirlo.
"Ehi! Parlo con te!" L'Averla gli piantò un pugno in faccia,
facendolo stramazzare a terra.
Lo Spaventapasseri allungò una mano, cercando di poggiarsi sul bancone e
l'Averla gli piantò un calcio nello stomaco.
"No, no, no!" Madcap prese a girare su se
stesso, roteando le mani "I giorni in cui si indossano i boxer neri sono
vietate le risse e i falò! Quindi se volete continuare andate fuori!"
L'Averla Assassina afferrò lo Spaventapasseri per un piede, trascinandolo
fuori.
"E allora, perdente?" lo schernì calciandolo in volto.
Lo Spaventapasseri riuscì infine ad alzarsi.
Dalla sua bocca fuoriusciva un rantolo.
Si afferrò la maglia con la mano e strappò via mostrando il petto.
L'Averla sentì l'istintivo bisogno di vomitare, quando vide le carni malformate
e decomposte dell'uomo "Che schifo! Ricopriti subito!"
Lo Spaventapasseri emise un altro mugolio mentre le sue carni ribollivano e
qualcosa si faceva largo dal suo petto.
Qualche minuto dopo, due avventori si avvicinavano all'entrata del locale.
"Cos'è questo puzzo, Freeman?" chiese uno all'altro.
"Non lo so e non mi interessa, Cannon...
piuttosto dovrebbero dare una pulita... guarda che schifo c'è a terra!"
rispose l'altro, indicando la massa rossastra sul pavimento.
In un angolo, non molto lontano, lo Spaventapasseri stava rannicchiato con le
mani strette sul petto, piagnucolando tra se e se "Mamma... fa male...
mamma..."
Suicidio tracannò tutto il contenuto della bottiglia e poi la lasciò cadere
nel cassonetto.
Emise un sonoro rutto e riprese a camminare con passi incerti.
Che schifo di vita stava facendo... a passare da un locale all'altro in attesa
di trovare qualcosa che lo potesse uccidere.
E pensare che era convinto che il patto fatto con Mefisto avrebbe messo fine ai
suoi tormenti... invece era stato solo l'inizio di un'esistenza senza scopo...
quasi rimpiangeva il lungo periodo passato nella cripta del Custode a
rigenerare il proprio corpo in pezzi: almeno a quei tempi era impegnato a fare
qualcosa e non pensava quanto inutile fosse la sua vita.
"Chris? Chris Daniels?" la voce giunse alle sue spalle.
Si voltò e si trovò di fronte ad una ragazza di colore dai folti capelli ricci,
che gli arrivava con la fronte al petto "Akene?"
"Bene! Vedo che ti ricordi di me! È una vita che non ti si vede in giro!
Hai cambiato casa?" chiese l'ex vicina di casa di Suicidio.
"Beh, più o meno..." rispose lui.
"Ma vai ancora in giro con i vestiti del mio ex?" sorrise lei.
"Beh, più o meno..." ripeté lui.
"Non sei di molte parole, eh?" lei lo prese a braccetto "Beh, è
un sacco che non ci vediamo: ho un mare di cose da raccontarti!"
Jack D'Auria era arrivato a casa di Stacy e si era
accomodato in salotto, mentre la ragazza preparava un tè.
"Tuo padre è ancora a lavoro?" chiese il ragazzo.
"Si, hanno un sacco da fare dopo tutto quel casino con lo
Scorpione..." rispose Stacy, entrando nella
stanza con la teiera e le tazze "Latte o limone?"
"Limone, grazie." Fece Jack versando una zolletta nella propria tazza
"Notizie di Dan?"
Stacy fece segno di no con la testa "Quando mi
ha detto... di essere stato separato da Ghost, pensavo che sarebbe stato
possibile vederci più spesso… invece sembra sparito dalla circolazione."
"Hai l'aria stanca..." constatò Jack.
"Si, ho dormito poco stanotte..." il campanello suonò interrompendo
la loro conversazione "Vado un attimo ad aprire..."
Stacy si avvicinò alla porta, ma ancor prima che
potesse abbassare la maniglia, quella fu sradicata dall'esterno e una mano
saettò verso il suo collo.
"Stavo cercando suo padre, signorina... è in casa?" sorrise Hellgate.
"Jack! Aiuto!" gridò Stacy, mentre l'uomo
la lanciava attraverso il corridoio.
Jack fece capolino dal salotto, in tempo per afferrarla tra le braccia.
Hellgate avanzò tranquillamente, con le braccia
distese lungo i fianchi "Vuol dire che mi accomoderò nell'attesa..."
Jack fece scivolare Stacy dietro di se e volò a
colpire con un calcio volante in pieno viso Hellgate.
L'uomo si limitò a inclinare leggermente la testa, poi la raddrizzò e guardò
Jack sorridendo, mentre un rivolo di sangue gli colava dal naso.
"Spero che stia scherzando, mister..." cosi
dicendo allungò un braccio per colpirlo, ma Jack si chinò prontamente,
afferrandolo per l'avambraccio, roteò su se stesso e rilanciò Hellgate fuori dalla porta da cui era entrato, correndogli
poi dietro.
Giunto in mezzo alla strada, Hellgate si era subito
rialzato: puntò una mano contro Jack scagliandogli una palla di fuoco addosso.
Il ragazzo la evitò gettandosi a terra e lasciando che andasse a colpire una
cabina del telefono lì vicino, che esplose.
Hellgate fece qualche passo, andando a sovrastare
Jack, e li portò la mano davanti alla faccia "Non so chi tu sia.. ma sei
stato molto coraggioso… coraggioso e stupido..."
In quel momento una scarica colpì Hellgate: il suo
corpo venne divorato da un intenso dolore che lo fece indietreggiare di qualche
passo.
Stacy corse fuori di casa, armata con una pistola e
si affiancò a Jack "Per fortuna ho tenuto con me un ricordino di quando
facevo parte dello SHIELD!"
Hellgate li guardò con occhi carichi di odio
"Non era mia intenzione perdere così tanto tempo... quindi decidetevi a
dirmi dove posso trovare Gerard Dolan..." colpì
l'asfalto con un pugno e ai suoi piedi si aprì un piccolo cratere."O
mi arrabbierò molto."
Inferno.
"Non è stato carino da parte tua, piccola Threnody..."
mormorò Mefisto carezzando il volto alla mutante incatenata ad una roccia di
fronte a lui "Hai dimenticato chi ha dato asilo a te e tuo figlio? Adesso
è giunto il momento di ripagare il vostro debito!"
"Ma Adam è solo un bambino! Ti prego..." pianse Threnody.
"Questo è solo un dettaglio..." Mefisto si avvicinò ad un piccolo
altare composto di ossa, su cui era stato adagiato il bambino e aprì le
braccia.
Gli comparve innanzi un portale, che mostrava un'ampia distesa di cadaveri in
via di decomposizione.
"Il potenziale del piccolo Adam, non deve andare sprecato..." con un
dito Mefisto indicò Adam, con l'altro l'ammasso di cadaveri.
I corpi iniziarono a ribollire, brandelli di carne si staccarono dalle salme,
turbinando nell'aria ed andando ad avvolgere il corpo di Adam, che aveva
iniziato a piangere istericamente.
Threnody distolse lo sguardo in lacrime.
"Adesso, cortesemente, mi dica dov'è suo padre, miss Dolan..." Hellgate parlava
avanzando di un passo ad ogni parola pronunciata.
Stacy strinse il dito sul grilletto della pistola.
"Aspetta!" sussurrò Jack "Quanti colpi hai ancora?"
"Non l'ho più ricaricata... quindi ce ne sono solo altri due..."
"Allora aspetta prima di usarla... cercherò di spossarlo un po',
prima..." Jack si chinò e tirò fuori dai suoi stivaletti di cuoio due
nunchaku, muovendosi poi verso Hellgate.
"Non ho mai amato i film di Bruce Lee..." fece spazientito l'uomo
sferrando un pugno.
Jack lo schivò chinandosi, poi fece roteare le armi ficcandogliele nei fianchi.
Hellgate si chinò per il dolore e Jack ne approfittò
per piantargli un calcio in faccia.
Il ragazzo si stava apprestando a colpirlo di nuovo, quando Hellgate
allungò una mano l'afferrò per la caviglia, sollevandolo da terra.
"Poniamo fine a questi giochi da bambini!" ruggì Hellgate:
la sua mano si infiammò e l'avvicinò al volto di Jack.
"Ehi, ma io a te sbaglio o ti ho intravisto a Forest
Hills?" esclamò Suicidio colpendo l'uomo con un calcio alla schiena.
Hellgate cadde in avanti, mollando la presa su Jack.
"Dai Chris! Fagli vedere chi comanda!" lo incitò Akene,
nascosta poco lontano dietro una cabina del telefono.
"Basta... ne ho le scatole piene... vi ammazzerò tutti!" ringhiò Hellgate rialzandosi.
"Io non aspetto altro, ciccino..." sorrise Suicidio.
Hellgate fece per attaccare Suicidio e Jack, quando Stacy premette il grilletto della sua pistola e l'uomo
venne travolto da due potentissime scariche, che lo fecero stramazzare a terra.
"Meglio chiamare la polizia..." suggerì Stacy
avvicinandosi.
"Non c'è sarà bisogno."
"Chi ha parlato?" chiese Jack, guardandosi intorno: ma non vide
nessuno, o sarebbe stato meglio dire che non vide niente.
Davanti ai suoi occhi era calato un velo nero, era come cieco, e così pure gli
altri.
"Non preoccupatevi... è un giochetto in cui sono abile... ho creato una
zona in cui siete tutti ciechi tranne me... non durerà per molto. Solo il tempo
di portare in salvo il mio ex-capo..."
"Quella voce! Sei Snowblind!" gridò Stacy tendendo le mani in avanti, ma si trovò ad afferrare
Jack per un braccio.
Quando riottennero la vista, di Snowblind non c'era
traccia ed Hellgate era sparito.
"Perché quell'uomo cercava mio padre?" si chiese Stacy.
"Non lo so Stace... però è meglio avvertire Dan
appena torna..." suggerì Jack.
Akene si avvicinò al gruppetto "Ehi, Chris!
Certo che vi sapete divertire voi! Dovremmo uscire insieme più spesso!"
Adrienne si avvicinò alla macchinetta.
Infilò una monetina nella fessura e selezionò il tè freddo al limone.
L'attesa di Dan si stava rivelando vana.
Si chinò a raccogliere la lattina e quando si rialzò vide davanti a sé
un'affascinante ragazza con dei lunghi capelli ricci color castano chiari.
"Scusi... Dan Ketch è qui?" chiese la ragazza "Ho saputo che sua
madre è ricoverata qui..."
"Si... cioè no... cioè... Dan non è qui, al momento..." balbettò
confusa Adrienne "Ma, scusi... ci
conosciamo?"
"Ah, perdona la mia mancanza di buone maniere..." la ragazza tese la
mano "Io sono Paula Jones, la fidanzata di Dan."
Prossimamente:
Spiriti della Vendetta 14
Benvenuto nel mio sogno
La salute della madre di Dan peggiora, il ragazzo comincia a prepararsi al
peggio, ma un uomo misterioso appare dal nulla...
Cimitero di Cypress
Hills.
Uno squarcio si aprì nell'aria e una creatura ne scivolò fuori emettendo un
vagito.
La creatura scivolò tra l'erba e subito si nascose all'ombra di una cripta.
Mefisto lo osservò aldilà dello squarcio "Non aver paura, piccolo Adam.
Oggi stai venendo al mondo per la seconda volta..."
La creatura gemette nell'ombra.
"Non puoi rifiutarti, piccolo..." agitò una mano ed apparve nell'aria
l'immagine di Threnody legata ad una lastra e
ghermita dagli artigli di un folto gruppo di demoni "Oppure sarò costretto
a fare del male a tua madre..."
Un altro gemito.
"Bravo... sai cosa fare vero? Ti ho dato il potere per farlo... ricordati
di fortificare il tuo corpo, perché incontrerai di sicuro qualcuno che cercherà
di fermarti..."
Adam scivolò davanti a una tomba, mentre la luna illuminava le sue grottesche
forme: sembrava un enorme bruco, come un bozzolo di carni di diverso colore
avvolte tra di loro, con estremità penzolanti che difficilmente si sarebbero
potute chiamare braccia.
Alzò una di quelle estremità e la ficcò con violenza nella terra, iniziando a
scavare, finché non trovò la bara.
La scoperchiò, trovandosi davanti a un cadavere fresco.
Le carni del cadavere iniziarono a sussultare.
Si strapparono dalle ossa e avvolsero il deforme bruco.
"Bravo... così... fortifica il tuo corpo... Rendi la carne dei morti la
tua carne..."
Bloccata sulla lastra, Threnody lacrimò
silenziosamente.
14
Benvenuto nel mio sogno
"Penso che stiano per arrivare
i primi ospiti." Annunciò Dan.
"Dici? Non vedo nessuno in strada..." Michael si allontanò dal forno,
puntando lo sguardo verso la finestra.
"Gli ospiti che dico io vengono da un'altra strada..." disse Dan
indicando la porta che era d'improvviso apparsa nel muro della cucina.
La porta si aprì e ne vennero fuori Seer e John,
carichi di pacchi e valige.
"Dovrei aprire un'agenzia di traslochi!" esclamò Seer
gettando il carico a terra.
"Questo è tutto quello che sono riuscito a recuperare dalla vecchia
casa..." spiegò John "Mi riposo un attimo e poi porto tutto in
camera..."
"Non è carino? I tre Spiriti della Vendetta che iniziano a vivere sotto lo
stesso tetto!" Seer si sedette sul tavolo della
cucina "Manca Miss Kitty e sareste uguali alle tre sorelle
Halliwell..."
"Molto divertente..." commentò Dan tirando una bottiglia di birra
fuori dal frigorifero "Comunque ti ricordo che stasera ci saranno alcuni
amici che non conoscono il nostro lato, come dire... mistico. Quindi occhio a
non farti scappare niente..."
"Sarò muta come una tomba!" Seer prese un
pezzo di formaggio da una scodella e saltò giù dal tavolo mordendolo "Ehi,
Michael, vieni a darmi una mano con questi bagagli... John ha faticato
abbastanza, per oggi!"
Michael sollevò i bagagli da solo e si incamminarono per le scale.
"È vero che verrà anche Paula?" chiese John a Dan una volta rimasti
soli.
Dan stappò la bottiglia di birra "Si... ancora non l'ho incontrata da
quando siamo tornati, ma non mi sembrava giusto escluderla da questa serata tra
amici...".
"Ouch... Stacy e Paula
la stessa sera nella stessa casa... come hai intenzione di comportarti?"
"Non lo so..." Dan bevve un sorso, poi passò la bottiglia a John
"Sono rimasto senza parole quando Adrienne mi ha
detto di averla incontrata... pensavo che non l'avrei più rivista..."
John svuotò la bottiglia e la gettò nella pattumiera "Non si sentirà più a
disagio di quanto ci sentiremo io e Michael in una cena di ragazzi
universitari."
"Beh, secondo Seer una cena era il modo migliore
per festeggiare il vostro insediamento in questa casa e..." Il campanello
lo interruppe "Vado ad aprire..."
Mentre Dan si dirigeva alla porta, Michael poggiava valigie e scatole sul
pavimento al piano di sopra.
"Ecco fatto..." disse sbattendo le mani sui pantaloni.
"Spero che mi farai vedere presto la tua stanza... sono curiosa di vedere
come l'hai arredata..." disse Seer.
"Arredata è un parolone, c'è un letto, un armadio e una scrivania... tutto
quello che mi serve..." spiegò Michael sgranchendosi le braccia.
"Io proprio sul letto riponevo tutta la mia fiducia..." sorrise
maliziosa la ragazza.
Michael deglutì "Io... ecco..."
"Ah, ah, ah... un omone come te, che si imbarazza per così poco..." Seer lo abbracciò "Hai detto niente ai tuoi amici di
noi?"
"No... e poi...Amici... è una parola così grossa... c'è un legame tra di
noi, ma è più profondo dell'amicizia e al tempo stesso più impersonale..."
Michael la strinse a se.
"Però hai deciso di venire a vivere con loro?" gli fece notare Seer.
"Si... forse perché mi sentivo solo... forse perché tutti ci sentivamo
soli... è questo forse che ci accomuna... la solitudine, a cui ci hanno portato
le disgrazie che abbiamo vissuto... Penso per Dan sia doloroso vivere da solo
in questa casa... senza sua madre... e poi, l'altro giorno abbiamo dovuto
ripulire il sangue di Stacy dal muro... non immagino
come si sia sentito..."
"Tu non sei solo..." gli sussurrò Seer.
Nella penombra della camera, si baciarono dolcemente.
"Non indovinerai mai chi ha portato con se Stacy..."
annunciò Dan imbarazzato entrando in cucina.
John alzò lo sguardo e vide entrare, dietro Stacy,
Suicidio e una ragazza di colore che non conosceva. "Suici..."
"Ehm, puoi chiamarmi Chris..." mormorò imbarazzato lui.
"Io sono Akene, piacere!" la ragazza si
fece avanti tendendo la mano "Sono una sua amica: Chris era così imbarazzato...
non voleva venire, diceva di essere fuori luogo... sa, è il tipo di persona che
ama piangersi addosso, passare il tempo a casa, da solo a lamentarsi di tutti
quello che gli succede, ma io gli ho detto che uscire ogni tanto per divertirsi
fa sempre bene. Non siete d'accordo?"
Rimasero tutti un attimo in silenzio: Akene aveva una
parlantina rapidissima, le parole le erano uscite una dietro l'altro come
proiettili da una pistola.
"Siete i benvenuti... volete qualcosa da bere?" Dan si avvicinò al
frigo.
"Come va la ricerca del lavoro, John?" chiese Stacy,
avvicinandosi al fratello di Dan.
"Ho un paio di colloqui domani... Anche se non è nulla di
interessante..."
"Michael mi ha detto che non ha intenzione di rientrare in polizia...
perché non fai un pensierino sulla divisa?" sorrise Stacy.
"Io? Poliziotto?" John agitò le mani "Non penso proprio!"
"È quello che le ho detto anche io..." aggiunse Michael entrando in
cucina con Seer "Preferisco il lavoro di guardia
giurata piuttosto che rifarmi tutta la gavetta in polizia..."
Il campanello suonò di nuovo.
"Vado io!" annunciò Seer.
"Piuttosto Dan, com'è andata in quel bar?" chiese Michael sedendosi
al tavolo.
"Bene… mi hanno preso come barman... inizio da domani…" Dan passò un
boccale di birra a Chris "… o forse dovrei dire che comincio da
ora..."
"E con l'università?" fece Stacy prendendo
una cola dal frigo.
"Mi sono riiscritto per l'ennesima volta...
spero che questa sia l'ultimo anno..."
"Per uno che entra..." Adrienne entrò
sorridendo nella stanza "Una che esce... io mi laureo a fine mese."
Si diresse verso Chris e Akene "Io sono Adrienne, non mi sembra di conoscervi."
"Beh, sono felice che tu abbia deciso di tornare all'università."
Paula entrò in cucina con Jack e Seer "Alla fine
hai seguito il consiglio che ti ho dato quando uscivamo insieme."
Calò per un attimo il silenzio.
Chris tossì un attimo e poi si rivolse a Adrienne
"Dimmi Adrienne, dopo la laurea cosa
farai?"
"Per ora lavoro part time da un fotografo... poi ho intenzione di iniziare
uno stage presso la CNN... e mi piacerebbe girare qualche
cortometraggio..."
Mentre gli altri parlavano, Stacy e Paula si
guardavano in cagnesco, Dan invece teneva gli occhi fissi verso il forno, senza
voltarsi perché non se la sentiva di reggere lo sguardo di nessuna delle due.
Jack annusò l'aria "Che profumino..."
"La pizza è pronta ragazzi..." Dan aprì il forno e tirò fuori le due
teglie.
"Prima di iniziare, un bel brindisi!" Seer
recuperò rapidamente una lattina di birra per ognuno dei presenti "Alla
nuova convivenza dei tre fusti!"
Le lattine cozzarono tra di loro e non appena le aprirono spruzzarono schiuma
da tutte le parti.
"Oh cielo!" esclamò Paula mentre la sua birra finiva addosso ad Akene.
"Ehi sorella! Però, è divertente!" Akene
sbatté la sua lattina e schizzò Seer e Michael.
Iniziò una battaglia a suon di birra che durò finché tutta la cucina non fu
inzuppata.
Quando addentarono la pizza, era già fredda, ma per quasi tutti quello fu uno
dei pasti più buoni consumati negli ultimi tempi, un pasto in un ambiente amichevole
e sereno.
Ripensando a quel giorno, Dan probabilmente avrebbe ricordato che in quei
momenti, tutta l'inquietudine e la preoccupazione erano momentaneamente spariti
e probabilmente avrebbe rimpianto quegli attimi di serenità...
Cina.
Una luce verde si accese e tra le montagne comparve il Custode.
L'uomo poggiò la mano su un muro e si formò un'apertura.
Entrò dentro e dopo aver camminato per qualche minuto, tre figure gli si
pararono di fronte.
Indossavano lunghe tuniche e i loro volti erano teschi fiammeggianti.
"Salve, Tribù degli uomini teschio... era da tanto che non ci si vedeva,
vero?"
"Sapevo di trovarti
qui..." esclamò Jack entrando nella stanza.
Dan era seduto accanto al letto della madre, salutò l'amico e si alzò.
Uscirono insieme nel corridoio e si avvicinarono alla finestra.
"Stasera lavori?" chiese Jack.
"No, avevo il turno pomeridiano... Starò un po' qui e poi torno a
casa..."
"Cosa dicono i medici?"
"Continuano a non sapere dove sbattere la testa..."
"Mi spiace."
"Anche a me..." Dan si poggiò una mano sulla fronte e tacque un
attimo, poi prese una boccata d'aria e riprese a parlare "Non so come
comportarmi Jack... Non ho mai conosciuto i miei veri genitori, ho perso il mio
patrigno, mia sorella e se adesso perdessi anche..."
Jack gli poggiò un dito sulle labbra "Non lo dire... non ci pensare...
affronterai quell'evento se ti si presenterà davanti... ma adesso non ci devi
pensare..."
Dan sorrise "Sono felice di avere qui a fianco un amico come te, Jack...
mi spiace per come mi sono comportato l'ultima volta che ci siamo visti... sono
stato sgarbato con te..."
"Fa niente... ah, la sai l'ultima su Adrienne?"
"No, cosa?"
"L'altro ieri, durante la cena a casa tua, mi tira in un angolo e mi dice:
Non sapevo che Dan avesse un fratello così carino!"
Dan assunse un’espressione incredula "Davvero?"
"Si... e io le ho chiesto che fine avesse fatto la sua cotta per te, e lei
mi ha risposto che sei già terreno di caccia per troppe donne e quindi è meglio
che si cerchi un'altra preda."
Dan fece una smorfia.
"E, a proposito di terreno di Caccia, come va con Paula e Stacy?"
Dan fece spallucce "Non ti saprei dire, finora ho parlato con Paula
soltanto durante la cena... È dispiaciuta del fatto che ci siamo persi di
vista. Lei si considerava ancora la mia ragazza, ma io... Cioè, è un sacco che
non la vedevo e... in tutto questo periodo mi sono riavvicinato a Stacy anche se... lei è così distante negli ultimi tempi,
parliamo poco da quando sono tornato mentre con Paula... c'è stato nonostante
tutto più feeling.
Jack lo guardò dubbioso "Forse Stacy è
preoccupata per l'attacco di Hellgate."
"Di chi?"
Jack si morse il labbro "Ehm, non ti ha detto che Hellgate
è venuto a casa sua a cercare suo padre?"
"Cosa? Ma... quando!?"
"Forse non voleva farti preoccupare... Siamo riusciti a tenergli testa,
anche grazie a Suicidio, ma alla fine è scappato con Snowblind."
Dan rimase un attimo in silenzio: Hellgate era
pericoloso quando lo conosceva come semplice mortale, figuriamoci ora che
sapeva che era una sorte di Demone.
"Mi sa che prima di andare a casa passerò a fare due chiacchiere con Stacy..."
"io la vedrò tra poco... devo accompagnare Adrienne
alla stazione di polizia dove hanno appuntamento... Deve restituirle un libro
che le aveva prestato per la tesi... Vuoi che le dica qualcosa?"
"No, no... grazie... Ci penserò io."
I due ragazzi si salutarono; mentre Jack si dirigeva verso l'ascensore e Dan
rientrava nella stanza, un uomo dall'impermeabile verde faceva capolino nel
corridoio, fissando la stanza di Frances Ketch.
"Grazie per il passaggio,
John!" Stacy, stretta alla vita dell'uomo,
seduta sulla sua moto, gridò per farsi sentire.
"Di Niente! Tanto avevo il pomeriggio libero!" rispose John.
"Com'è andato il colloquio?"
"Non mi ci fare pensare... Lavapiatti, Cameriere... non sono proprio i
lavori che fanno per me..."
"Quali sono i lavori che fanno per te?"
"Quelli che riguardano l'andare in moto! Ma non sono tanti gli annunci che
ricercano stuntmen professionisti!"
"Siamo arrivati!" esclamò Stacy indicando
il 75° distretto di polizia.
John posteggiò la moto, scesero e si tolsero i caschi.
"Devo vedere un attimo mio padre ed incontrare Jack e Adrienne...
devi andare via o vuoi rimanere con noi?"
John ci pensò su "Beh, non ho niente da fare..." anche se in realtà
si sentiva un po' a disagio: negli ultimi tempi stava frequentando quasi
esclusivamente persone più giovani di lui e la cosa lo faceva sentire quasi
sempre fuori luogo.
Entrarono nella stazione e raggiunse il padre di Stacy.
L'uomo salutò la figlia con un bacio e John con una stretta di mano.
"Scusa John, dovrei chiedere a mio padre delle cose, ti spiace se ti
lascio da solo per un attimo?" chiese Stacy.
"No, figurati..." I due si allontanarono mentre John passeggiò un
po', finché una voce non richiamò la sua attenzione.
"Ehi! Mr. Blaze!" era Adrienne,
che stava entrando in quel momento con Jack.
"Salve ragazzi."
"Ha visto mica Stacy?" chiese Jack.
"Si, l'ho accompagnata qui... Ora sta parlando con suo padre..."
"Beh, aspetteremo un po'..." Adrienne si
poggiò al braccio di John "In fondo siamo in buona compagnia..."
John la guardò frastornato.
Nel seminterrato della stazione.
Lo spaventapasseri era adagiato nell'ombra.
Aveva seguito fino a lì la mamma.
Sapeva che era al piano di sopra... ma c'era troppa gente e la gente gli
avrebbe fatto male... lui voleva la mamma... perché la mamma l'avrebbe guarito
da quel dolore che lo faceva impazzire...
Si avvicinò alla centralina elettrica
"Hai fatto un ottimo lavoro con
queste moto!" esclamò Michael mentre entravano nel cimitero di Cypress Hills "Non pensavo che te la cavassi così bene
come meccanico".
"Te l'ho detto che sono una donna piena di sorprese!" ridacchiò la
ragazza saltando giù dalla moto.
"Adesso mi rispieghi cosa siamo venuti a fare qui?" chiese Michael.
"Negli ultimi giorni parecchie tombe sono state aperte e i cadaveri
violati..." spiegò Seer "Il Custode non c'è
quindi il compito di tenere d'occhio il cimitero è mio… e visto che il novanta
per cento degli eventi che succedono qui riguardano mostri e demoni e roba
simile ho ritenuto più saggio farmi accompagnare da te."
"Hai qualche idea su cosa possa essere?"
"Avevo pensato ad un necrofago... ma i cadaveri non sembrano essere stati
presi a morsi, più che altro sembra che la carne gli sia stata strappata di
dosso tirandola via..." Seer si avvicinò ad una
bara tirata fuori da una tomba e la scoperchiò.
Michael ne guardò il contenuto con una mano davanti la bocca.
"È successo tutto circa due giorni fa... e da due giorni si stanno
avvicendando strane morti in tutto il quartiere... malati, gente dalle
condizioni gravi, che muoiono d'improvviso, senza però alcune crisi,
semplicemente si spengono, anche quando magari i dottori avevano detto che
avevano davanti a loro giorni o mesi di vita..."
"e pensi che le cose siano collegate?"
"Penso le coincidenze non esistono..."
Le parole della ragazza vennero coperte da uno scroscio di legna in pezzi.
Si voltarono verso il punto del cimitero da cui veniva "Qualcuno sta
aprendo una bara... andiamo a vedere!"
Saltarono sulla moto e lo raggiunsero in pochi secondi.
Trovarono qualcosa che non avevano mai visto prima.
Dalla bara aperta si stava allungando una striscia di carne andando ad
avvolgere il braccio una bizzarra creatura.
Questa creatura era alta circa due metri, la sua testa era tonda e piatta, con
un unico occhio brillante di rosso sul lato sinistro del volto, mentre dove
doveva esserci l'occhio destro calavano strati di carne, la sua bocca era una
lunga fessura dove pezzi scomposti di ossa si affacciavano a mo' di denti.
Il suo corpo era stranamente sproporzionato, aveva le gambe piccole ed un busto
enorme, quasi tre quarti della figura totale, le braccia poi erano lunghe ma
sottili e terminavano in due grosse mani a tre dita.
Ma la cosa più bizzarra, era la costituzione di quel corpo: sembrava formato
con pezzi di pelle e brandelli di carne avvolti intorno ad una base.
Ci volle poco per Seer e Michael per capire che
quella creatura era composta da pezzi di cadaveri.
"Fermati immediatamente essere immondo!" gridò Michael saltando giù dalla
moto e correndogli incontro.
Adam si voltò ed emise un mugolio.
Nelle mani di Michael si accese una fiamma rossastra e una sfera di fuoco
infernale volò a colpire il colosso.
La sfera si infranse sul corpo di Adam, senza procuragli alcun danno apparente.
Adam si mosse in avanti, calando il pugno.
Michael si scostò e il pugno finì per colpire il terreno.
"vediamo come te la cavi contro il fuoco che brucia la carne!" gridò
Michael lanciando una fiammata di colore scuro contro Adam.
Le carni di Adam presero fuoco, ma la creatura non emise alcun suono nonostante
brandelli del suo corpo si scurissero e carbonizzassero; si limitò ad
estinguere le fiamme sbattendosi le mani sul corpo.
Adam si gettò di nuovo all'attacco, stavolta Michael non riuscì a scostarsi e
l'enorme pugno della creatura lo colpì in pieno petto.
Michael sentì alcune costole andare in pezzi, mentre il corpo veniva sbalzato
in aria e atterrava ad una decina di metri di distanza.
"Cazzo se è.. forte..." biascicò mentre cercava di rialzarsi.
Adam corse verso di lui, ma venne d'improvviso investito dalla moto di Michael
che lo spinse a terra.
Seer, alla guida della moto, raggiunse rapidamente
Michael e lo fece salire su.
"Forse è meglio tirare un attimo il fiato!" esclamò la ragazza
alzando le mani: una luce verde avvolse la moto e dopo pochi secondi si
trovarono nel night club del Sangue.
"Papà, hai ancora del materiale
su Hellgate?" chiese Stacy
sedendosi su una poltroncina nello studio dell'uomo.
"Perché questa domanda?" chiese l'uomo.
"Perché una settimana fa è venuto a cercarti a casa..." rispose
laconica la ragazza.
Gerard Dolan sbiancò "Ma... Anton Hellgate... è morto..."
"Papà, non è questo il punto... se lui ti sta cercando, vuol dire che sei
in pericolo... e l'unico motivo per cui potrebbe cercarti è il materiale che
hai raccolto quando facevi indagini su di lui..."
Stacy aveva appena terminato la frase quando in tutto
il palazzo saltò la luce.
"Cosa è stato?" chiese la ragazza muovendosi a tentoni nel buio.
Il padre la prese per mano e la condusse fuori dall'ufficio: l'intera centrale
era sprofondata nelle tenebre, la gente si chiamava da un lato all'altro delle
stanze e nel buio si vedevano brillare candele e torce.
"Calmatevi tutti." Gridò Gerard tenendo le mani ai lati della bocca
per amplificare la voce "Ci sarà qualche problema alla centralina nel
seminterrato. Robertson, Miller, andate a dare un'occhiata!"
"Agli ordini capitano!" i due agenti si mossero illuminando la stanza
con una torcia.
"Vado a cercare i miei amici" Stacy si allontanò
dal padre e trovò qualche minuto dopo John, Jack e Adrienne
che si muovevano per la centrale facendosi luce con l'accendino di John.
Intanto, Gerard era rientrato nel suo ufficio, si era avvicinato alla libreria
e aveva tirato fuori un libro, tra le cui pagine era nascosto un cd.
Mentre lo guardava, sentì uno scatto alle sue spalle.
La porta era stata chiusa da Snowblind "La
disturbo capitano?"
"Ci perdoni per la visita inattesa..." dall'altro lato della stanza
era comparso Hellgate e al suo fianco Astaroth e Astarte, che
illuminava l'ufficio brillando fiocamente "Ma lei ha qualcosa che mi
interessa..."
Gli agenti Robertson e Miller erano nel frattempo scesi nel seminterrato.
"La centralina è da quella parte..." fece Robertson.
"Aspetta... mi si è slacciata la scarpa." Miller si chinò, ma
Robertson continuò a camminare.
D'un tratto sentì il tonfo della torcia che teneva il collega e vide la luce
proiettarsi verso il soffitto.
"Ma che..." Miller si rialzò di scatto "Robertson.. dove
sei?"
Si fece avanti, con la pistola stretta in una mano, mentre l'altra agguantava
la torcia da terra.
Un puzzo pestilenziale gli penetrò nel naso.
Un mugolio provenne dalle sue spalle.
"Chi diavolo..." si voltò di scatto.
Il successivo urlo e i colpi di pistola giunsero forti e chiari al piano di
sopra.
"Cosa è stato?" gridò Adrienne, tappandosi
le orecchie con le mani.
"Rimanete qui!" gli intimò John correndo verso il seminterrato.
"Andiamo nell'ufficio di mio padre..." disse Stacy
ad Adrienne.
Jack si era intanto nascosto dietro una scrivania e stava indossando il nero
costume di Shriker
Dan era solo nella stanza della
madre.
Quante ore aveva passato da solo in quell'ospedale? Sperando che da un momento
all'altro la madre si svegliasse e gli dicesse che ora andava tutto bene, era
tutto a posto...
Ma non era accaduto.
E lui continuava a rimanere in attesa, da solo...
E negli ultimi tempi la sua vita era sempre stata così: solitudine.
Nessuno con cui parlare, nessuno con cui confidarsi, oramai si stava abituando
alla sola compagnia del suo respiro.
La porta della stanza cigolò e l'uomo con l'impermeabile verde entrò dentro.
Aveva capelli neri arruffati e la pelle pallida "Preoccupato per sua
madre, Mr. Ketch?"
"Non so chi sia lei..." Dan parlò senza scostare gli occhi dal corpo
della madre "La prego di lasciarmi da solo..."
"Vuole che io me ne vada?" sorrise l'uomo "Anche se sono l'unico
che può aiutarla a salvare sua madre?"
Dan si voltò lentamente e guardò torvo l'uomo "Di che sta parlando?"
"Parlo di un sonno indotto misticamente... ecco perché i medici non posso
fare niente per lei..."
"Sonno… Mistico..." Dan si alzò, ma poi si sentì cedere le gambe e fu
costretto a sedersi di nuovo: per l'ennesima volta un suo nemico, o meglio, un
nemico di Ghost stava minacciando un suo caro? Quanto sarebbe durato
quell'assurdo gioco?
"Io la posso aiutare Mr. Ketch... se lei me lo permette..." l'uomo
tese una mano "Posso aiutarla ad entrare nella mente di sua madre e
liberarla dall'influsso che la stava tenendo prigioniera..."
Dan lo guardò in silenzio.
"La avverto che il tempo che rimane a sua madre è molto poco..."
"D'accordo..." rispose Dan.
L'uomo gli poggiò una mano sulla fronte e il ragazzo sentì il proprio corpo
gelare.
Tutto si fece scuro ed ebbe la sensazione di venire trasportato via dal vento.
Quando riaprì gli occhi, era nella sua casa.
Le finestre erano aperte e la luce del sole illuminava la stanza con il suo
chiarore.
Tutto era pulito e in ordine.
Sentì dei passi per le scale.
Due bambini corsero giù, gli passarono di fronte ridendo a squarciagola e
giunsero in cucina.
Dan rimase con gli occhi sbarrati, aveva riconosciuto i bambini che gli erano
corsi davanti, una era Barbara e l'altro... era proprio lui, il piccolo Daniel
Ketch.
Si avvicinò confuso alla porta della cucina e guardò dentro.
I due bambini si erano seduti al tavolo e Frances Ketch serviva loro abbondanti
porzioni di polpettone, con un radioso sorriso sul volto.
"Mamma!" esclamò Dan entrando di scatto.
Frances lo guardò impaurita, la teglia con il polpettone le cadde di mano
andando in frantumi.
Dan cercò di fare un passo in avanti ma non ci riuscì.
Intanto la teglia era ricomparsa, integra nelle mani di sua madre, che aveva
ripreso a servire i suoi piccoli figli.
Dan cercò di divincolarsi, ma era invischiato in una ragnatela che bloccava
ogni suo movimento, cercava di gridare ma la sua bocca era tappata.
Nessuno, nella stanza, sembrava vederlo.
"Non puoi intervenire... lei non vuole... questo è il suo sogno e tu non
sei contemplato all'interno..." fece una suadente voce femminile.
Dan inclinò il capo e vide la figura femminile, nuda, dalle carni bianche e dai
lunghi capelli del medesimo colore.
"Succubus..." biascicò.
"Proprio io Dan Ketch... sono felice di vedere che ti ricordi di me... e
sono felice che la mia trappola sia al fine riuscita... sei intrappolato nel
sogno che ho creato per tua madre... e resterai qui per l'eternità!"
Prossimamente:
Spiriti della Vendetta 15
Le Menzogne dei Genitori
Dan deve lottare con Succubus per salvare la mente di
sua madre, mentre Michael sperimenta sulla sua pelle la forza di Adam e John
affronta la follia dello Spaventapasseri. E come se non bastasse, ritorna la
minaccia di Hellgate!
Dan fece forza con le braccia, ma non c'era verso di spezzare quella tela in
cui era rimasto invischiato.
Davanti ai suoi, intanto, sua sorella, il suo alter ego infantile e sua madre,
continuavano la loro spensierata vita.
"È inutile che ti opponi..." fece Succubus
al suo fianco "Come ti ho detto non c'è posto per te in questo
mondo..."
"Maledetta! Cosa stai facendo a mia madre?" ringhiò Dan.
"Io?" Succubus scoppiò in una stridula
risata "Guarda che io non c’entro niente... io le ho solo dato una mano: è
stata tua madre a creare questo mondo e a rifugiarvisi dentro!"
15
Le Menzogne dei Genitori
"Sono deliziato!" proruppe Mefisto, sovrastando il suo regno da
uno scranno d'ossa.
Teneva la mano sollevata verso l'alto e nel suo pugno brillava uno sciame di
luci "Anime... quante anime in così pochi giorni! Adam è un valido
servitore... ancor più dell'altro emissario che ho di recente spedito sulla
terra..." si chinò ed aggiunse rivolgendosi a Threnody,
imprigionata sotto di lui "Dovresti essere orgogliosa di tuo figlio... Il
suo potere, potenziato dal potere infernale, si è evoluto in maniera
sorprendente... la sua sola presenza riesce a spingere verso la morte chi è già
ad un passo da esso, risucchiandone le ultime forze vitali... E tutte le anime
che strappa, entrano in mio possesso!"
"È solo un bambino!" pianse Threnody
"Lascialo in pace!"
"Il tuo bambino è riuscito a tenere testa ad uno degli Spiriti della
Vendetta..." sorrise Mefisto "È più di quanto mi aspettassi da
lui..."
75° Distretto
John Blaze scese adagio le scale che conducevano nel
seminterrato, tenendo parato innanzi il suo fucile.
Sulla punta brillava una scintilla di fuoco infernale che gli illuminava la
via.
Giunto alla fine degli scalini, si guardò intorno e notò subito una sagoma a
terra.
"Ehi, che succede qui?" chiese correndo al fianco del poliziotto: era
ricoperto di graffi e tagli.
"Quella cosa..." tossì lui "Ha preso Robertson.. e poi ha
cercato di prendere anche me... ma quando ha sentito i passi per le scale si è
ritirato..."
"Ce la fai a muoverti?"
"Si... penso di si..."
"Allora vai di sopra e fatti mettere qualcosa su quelle ferite... io vado
a vedere se becco il colpevole..."
"Ok..." fece Miller e si trascinò verso le scale.
Intanto John si fece avanti, cercando di non respirare con il naso poiché la
puzza di quello scantinato gli faceva venire voglia di vomitare.
D'un tratto sentì sotto il piede una sostanza molliccia, abbassò lo sguardo e
vide che aveva pestato una sostanza rossastra, in mezzo a cui spiccavano degli
stralci di tessuto blu.
"Mi sa che ho trovato Robertson..." disse fra se e se, quando sentì
un mugolio alle spalle.
Si voltò e vide lo Spaventapasseri: aveva preso Miller e lo stava stringendo a
se.
Dalla carne del criminale si allungavano, attraverso gli strappi sulla
maglietta, delle protuberanze appuntite, che avvolsero il corpo dell'agente,
lacerandone le carni, poi vennero ritratte di colpo, riducendone il corpo in
brandelli.
"Lurido schifoso!" gridò John sparandogli contro una fiammata di
fuoco infernale.
Lo Spaventapasseri fece un passo in dietro e sparì, come inghiottito
dall'ombra, mentre la fiamma si infrangeva contro il muro.
"Voglio la mamma!" sibilò riapparendo alle spalle di John.
Allungò le mani e le serrò sul collo dell'uomo.
John sentì la pressione delle dita callose del criminale contro la sua pelle,
ma soprattutto sentì gli spuntoni che cominciavano ad allungarsi aprendo
rivoletti di sangue.
Lo Spaventapasseri mollò la presa quando una spada si infilzò tra le sue
scapole.
Saltò indietro soffiando, se la tolse e poi si nascose tra le ombre.
"Tutto a posto?" chiese Shriker recuperando
la spada.
"Si, ma tu chi sei?" fece John puntandogli contro il fucile "Ah,
Jack... si… Dan me l'aveva detto delle tua doppia identità..."
"Cosa era quello?" chiese il ragazzo.
"Quello era lo Spaventapasseri... solo che è diverso da come lo
conoscevo... non l'ho mai visto mimetizzarsi nelle ombre, né giocare a fare Hellraiser... c'è qualcosa che non mi torna..." si
diede una botta sulla nuca "Cavolo! Stacy!
Dobbiamo andare ad avvertirla! Quel pazzo crede che lei sia sua madre, dobbiamo
andare ad avvertirla..."
E così dicendo corsero su per le scale.
Frances Ketch era nel giardino di casa, seduta sull'erba con i suoi due
bambini.
Era sera e tenevano lo sguardo puntato verso l'alto, nel cielo nero stavano
esplodendo le luci dei fuochi d'artificio del quattro luglio.
"Mamma! L'hai visto che bello?" strillò il piccolo Daniel tendendo le
mani verso l'alto.
"Si Daniel... era pieno di colori... sembrava un grosso fiore!"
sorrise la donna carezzando la nuca del figlio.
"Questo è il suo mondo perfetto..." commentò Succubus.
Osservava la scena insieme a Dan, sempre intrappolato nella tela.
"Da quando la sua vita ha cominciato ad andare a rotoli, con la morte di
sua figlia e i tuoi guai, ha cominciato a rifugiarsi nelle sue fantasie...
Inizialmente, per riuscire ad abbandonarsi a questo mondo immaginario, aveva
bisogno della spinta dell'alcol... Ma
con l'andare del tempo per lei è diventato sempre più facile, bastava dormire e
nel regno dei sogni trovava il suo mondo perfetto..." spiegò la creatura
"E io, che avevo pena per lei, ho deciso di aiutarla... Con i miei poteri,
ho reso i suoi sogni sempre più reali, le sensazioni che provava diventavano
sempre più realistiche, fino a quando non ha preferito questo mondo a quello
reale... un mondo in cui esistono solo lei e i suoi adorati figli."
"Cosa c'è dietro?" ringhiò Dan "Tu lavori per Incubo... lui
c’entra qualcosa in tutto questo?"
Succubus distolse lo sguardo senza rispondere.
"Lei non lavora più per Incubo..." esclamò una voce "Ora lavora
per me..."
La voce veniva dal tetto della casa dei Ketch, in cui era apparso un uomo con
indosso una veste bianca, simile ad una tunica, aveva i capelli biondi e un
volto squadrato.
"Chi sei tu?" chiese Dan.
"Il mio nome è Glorian, il modellatore dei
sogni!" esclamò saltando giù dal tetto e giungendo di fronte ai due
"Ma presto diventerò Glorian, il signore degli
incubi. È da un po' che ho deciso di ampliare le mie vedute... e per questo ho
deciso di sottrarre il ruolo di Incubo... ma non sarà un lavoro facile ed ho
trovato in Succubus una valida alleata..." si
avvicinò alla creatura e le carezzò il viso con la mano "Povera ragazza...
Incubo l'aveva mandata sulla terra esclusivamente per impossessarsi della mente
di Ghost, ma non si è rivelata abbastanza pronta... prima che potesse agire,
Ghost è stato coinvolto in altri piani, uscendo così dalla portata di Incubo.
Lui ovviamente si è arrabbiato. L'avrebbe eliminata per non aver portato a
termine il suo compito, se lei non si fosse rifugiata nella mente di Frances
Ketch. Inizialmente l'ha fatto perché sperava da qui di recuperare informazioni
su Ghost che l'avrebbero poi fatta rientrare nelle grazie del suo signore, ma a
poco si è abituata e nutrendosi lentamente delle energie mentali scaturite dai
sogni della donna, è riuscita a sopravvivere fino ad oggi..."
"Quindi è colpa tua se mia madre sta male!" Dan si allungò verso Succubus, cercando di colpirla.
"No… come ha già detto, è stata tua Madre a voler abbandonarsi a queste
illusioni... Se non l'avesse voluto, Succubus non
l'avrebbe potuta in alcun modo costringere..." Glorian
sorrise "Ma è stato meglio così.. la sua mente è diventata per me terreno
dall'allenamento... Ho dato una mano a Succubus a
rendere sempre più realistici questi sogni guadagnando esperienza che mi sarà
utile quando attenterò al trono di Incubo."
"Sgombrate subito dalle mente di mia madre!" gridò Dan.
"Che ragazzo passionale." Glorian gli afferrò
la faccia, spingendolo contro la tela "Vediamo che sogno possiamo creare
per te..."
Intanto nel Distretto di Polizia, al piano di sopra, Stacy
bussava all'ufficio di suo padre, ignorando che in quel momento l'uomo fosse
impegnato in un faccia a faccia con Anton Hellgate.
"Vede caro Gerard." Fece l'uomo accomodandosi alla scrivania "Si
da il caso che in questo periodo stia attraversando
una... come dire... crisi d'identità... ci sono momenti del mio passato che mi
risultano poco chiari... e penso che un modo per sollevare quel velo di nebbia
che avvolge i miei ricordi sia sfruttare i dati che hai raccolto su di
me..."
Gerard Dolan tirò fuori da dietro la cinta la sua
pistola, puntandola contro di lui "Sei un criminale Hellgate...
e io non scendo a patti con quelli come te!"
Contemporaneamente Astaroth e Astarte
puntarono l'uomo con i loro pugni fiammeggianti e Snowblind
fece lo stesso con una pistola.
"Ti prego, Gerard, non fare mosse avventate..." sorrise Hellgate "Conosci Snowblind,
e sai quant'è pericoloso. E per quanto riguarda i miei due bambini... ti
assicuro che anche loro non so da sottovalutare..."
Nel frattempo Blaze, insieme a Shriker
era appena salito per le scale, giungendo al piano terra.
"Evacuate subito la centrale!" gridò "Lo Spaventapasseri, un
pazzo assassino, si nasconde nel sotterraneo, siete tutti in pericolo!"
"Ehi, giovanotto!" un agente gli poggiò una mano sulla spalla: era un
uomo di colore, alto quasi due metri, con il volto sfregiato da varie cicatrici
ed uno sguardo severo "Con chi pensi che stai parlando? Questa è una
centrale di polizia, è piena di uomini ben addestrati e non ci faremo cerco
mettere in difficoltà da un buffone in calz... uk..."
Il petto dell'uomo venne traversato dagli spuntoni d'osso allungatisi dalle
dite dello Spaventapasseri, che era appena apparso alle sue spalle.
Il criminale lo sollevò in aria e lo gettò contro una scrivania, che si sfasciò
subito sotto il suo peso.
John gli saltò addosso tendendo il fucile, ma lo Spaventapasseri fu più veloce
e lo ferì al ginocchio con una lama d'osso.
Nella stazione di polizia intanto era intanto scoppiato il Caos, alcuni
poliziotti cercarono di sparare allo Spaventapasseri, ma questi sparì nelle
ombre, lasciando che i proiettili rimbalzassero sul marmo, e riapparve alle
loro spalle, allargò le braccia e gli agenti vennero trapassati da una raffica
di spuntoni che fuoriuscirono dal suo corpo.
Buona parte dei presenti, si mise a scappare e gridare in preda al panico.
John, che dopo il colpo al ginocchio, era finito a terra, si stava rialzando
quando venne travolto dalla folla e si trovò con una donna tra le braccia.
La guardò negli occhi e per un attimo il tempo si fermò: aveva gli occhi
azzurri e i capelli di un selvaggio biondo scuro.
Nella mente di John la sua immagine si sovrappose ad un'altra.
Entrambi i loro volti assunsero l'espressione tipica di quando si riconosce
qualcuno, una persona cara che non si vede da tempo.
"Roxanne?" mormorò John.
"Johnny?" sussurrò la ragazza.
La folla li separò, spingendo la donna verso l’uscita e schiacciando John
contro il muro.
La seguì con lo sguardo finché non sparì, trascinata fuori, poi scosse la
testa: non era possibile che fosse Roxie... lei era
morta.
Per il momento doveva pensare a mettere in salvo Stacy.
Night Club del Sangue.
Michael era sdraiato a terra con una mano premuta sul petto.
"Fa male?" gli chiese Seer.
"Dannatamente... ma ancora per poco..." La mano di Michael si accese
di un'intensa luce e una fiamma bianca avvampò avvolgendogli il busto.
Il fuoco entrò nelle sue carni, sanandogli le ferite e rinsaldando le ossa
rotte.
"Ora va meglio!" esclamò Michael alzandosi.
"Il fuoco infernale... lo usi con maggior maestria ogni giorno che
passa..." commentò Seer "Hai difficoltà a
usarne i poteri lenitivi?"
"Uh? No... cioè, all'inizio non avevo coscienza di usarlo, ma adesso
riesco a farlo a comando..." spiegò Michael.
Seer lo guardò qualche secondo in silenzio
"Beh... adesso dobbiamo pensare a quell'ammasso di carne morta! Riuniamo
Dan e John e..."
"No! Non c'è bisogno!" esclamò Michael "Me la caverò benissimo
da solo... e poi non mi va di disturbarli..."
"Mmm... come vuoi tu." Mormorò Seer "Però cerca di stare attento, è una creatura
pericolosa..."
"Torniamo al cimitero." Michael salì sulla moto, seguito da Seer, la ragazza alzò le mani e svanirono in una luce
verde.
Cina.
Da alcuni giorni, il Custode attendeva in una stanzetta scavata nella roccia di
una caverna sotterranea.
Quando udì il cigolio della piccola porta di legno, si alzò di scatto in piedi,
per accogliere i due uomini che entrarono.
Membri della razza segreta degli Uomini Teschio, le loro teste erano dei teschi
fiammeggianti.
"L'alto sacerdote acconsente ad incontrarti, Custode." Annunciò uno
degli uomini.
Il Custode lo seguì attraverso un lungo corridoio che scendeva nelle viscere
della montagna.
Giunse infine in un'ampia sala, con arazzi tesi alle pareti e candele rosse
poggiate per terra.
Al centro della sala, accanto ad un altare su cui risplendeva un manufatto di
metallo, vi era un Uomo Teschio, la cui tonaca era più elaborata rispetto a
quella degli altri.
"È molto tempo che non ci vediamo, Custode..." disse il sacerdote,
facendo un passo avanti: una fiamma lo avvolse e, quando si estinse il suo
volto aveva fattezze umane.
"Cos'è questo casino" chiese Stacy guardando
la gente che gridava e scappava.
"Stace! Ho paura..." mormorò Adrienne stringendosi all'amica.
Lentamente, da dietro una scrivania emerse lo Spaventapasseri
"Mamma..."
Stace e Adrienne si
voltarono lanciando un urletto.
"Tu!" gridò Stacy, maledicendo la decisione
di non aver portato la pistola con se.
"Mamma... fa male... tanto male... tutto male..." sospirò
allungandosi sulla scrivania: ogni volta che apriva la bocca emanava zaffate
d'alto cattivo.
"Giù le mani dalle signore!" gridò Shriker
colpendolo con un calcio volante in pieno viso, che lo fece ricadere
all'indietro.
John giunse in quel momento "Stacy, correte via.
Quel pazzo vuole te!"
Shriker aveva nel frattempo spinto a colpi di spada
lo Spaventapasseri dall'altra parte della stanza.
"Mio padre è chiuso nel suo ufficio!" esclamò la ragazza "Non
posso lasciarlo!"
"Voi andate! Ci penso io a tuo padre!" le ordinò John.
"Come sei coraggioso John..." disse Adrienne.
"Adrienne! Non è il momento!" Stacy la prese per mano e corsero via.
Shriker alzò la spada per colpire lo Spaventapasseri,
ma questi allungò una gamba e lo fece scivolare a terra con uno sgambetto.
Gli saltò addosso, allargando le braccia e facendo apparire una scia di
spuntoni sul petto.
Ma Jack, con una rapida mossa, gli lanciò un Sai verso il viso.
La lama del pugnale penetrò nell'occhio dello Spaventapasseri, obbligandolo a
retrocedere di qualche passo, mentre dal suo occhio iniziava a colare un
liquido giallastro.
Jack ne approfittò di rialzarsi, dando però l'occasione al criminale per
sparire.
Dan si sentì sprofondare, ebbe la sensazione di precipitare per
interminabili minuti e tutto si fece nero.
Quando toccò terra, era in una stanza da letto.
Seduta sull'ampio letto matrimoniale, c'era Stacy,
era completamente nuda, fatta eccezione per il lenzuolo bianco che le avvolgeva
il corpo lasciando ampie zone di pelle scoperte.
"Sta... ce?" balbettò Dan.
"Oh Dan... ho tanto freddo..." la ragazza si alzò, facendo scivolare
a terra il lenzuolo e si avvicinò a Dan.
"No." Dan chiuse gli occhi "Non sei Stacy...
non lo sei..."
L'ambiente intorno a lui si disgregò con un rumore di vetri infranti.
Il suono di un campanello giunse chiaro alle sue orecchie.
Aprì gli occhi ed era nell'ingresso della sua casa.
Aprì la porta e si trovò davanti Jennifer Kale e John
"Ciao Dan! Buon compleanno!"
Gli porsero un pacco regalo e Jen lo prese per mano,
trascinandolo in giardino "Dai, ci sono tutti, non facciamoli
aspettare!"
Nel giardino, dietro una tavolata su cui spiccava una torta piena di candeline,
c'erano sua madre, Stacy, Jack, Adrienne,
Chris, Akene, Seer, Il
Custode, Michael, Paula...
Tutti lo guardavano sorridendo.
Dan si fermò e lasciò andare avanti Jen.
"Questo... è solo un sogno..." mormorò voltandosi ed allontanandosi,
mentre alle sue spalle tutto si sbiadiva e spariva.
D'un tratto si trovò in un'aula universitaria.
Una commissione di professori era riunita davanti a lui.
"Siamo lieti di conferirle la laurea, Mr. Ketch..." annunciò uno dei
professori.
Dan si voltò e vide dal fondo dell'aula sua madre, nel suo vestito più
elegante, guardarlo con occhi ricolmi di commozione.
Nelle sue mani stringeva la laurea, l'afferrò con forza e la strappò con un
colpo secco.
Come il foglio, anche la stanza venne divisa in due da un solco a metà e Dan si
trovò a precipitarvi dentro.
"Non riesci a trovare un sogno in cui imprigionarlo..." mormorò Succubus.
"Evidentemente questi sono sogni superficiali... bisogna andare più a
fondo nella sua psiche per sapere cosa vuole davvero..." rispose Glorian.
L'oscurità in cui stava precipitando, si tinse lentamente si sfumature
rossastre, mentre nelle sue orecchie rimbombavano grida e urla.
La caduta di Dan terminò contro un terreno flaccido e molle.
Aprì gli occhi e si accorse di essere finito su una distesa di cadaveri.
Vi erano centinaia di corpi, sanguinanti e privi di vita, il sangue saturava
l'aria, tingendo tutto di rosso.
Altri cadaveri cadevano dal cielo e tutto attorno a lui si issarono delle
croci.
Sulle croci comparvero i suoi cari: sua madre, Stacy,
Paula, John, Jack...
Tutti erano bloccati da una spada che gli penetrava nel petto, facendo sgorgare
copiosi schizzi di sangue.
"E questo... è il tuo sogno nascosto..." Glorian
comparve alle sue spalle, accompagnato da Succubus
"Macabro, non trovi? Questo è il sogno del lato di te che reprimi e
nascondi... Un sogno fatto di sangue e di morte... È questo che desideri
realmente?"
"Smettila!" gridò Dan voltandosi "Fallo sparire… subito!"
"povero Dan Ketch..." ridacchiò Succubus
facendo un passetto avanti "Hai così paura del tuo lato nascosto? Perché
non ammetti quali sono i tuoi veri desid..."
Dan portò una mano avanti con la quale trapassò l'addome della creatura.
I suoi occhi ardevano d'ira " Ho detto: Smettila!!!"
Succubus boccheggiò, mentre l'ambiente attorno a loro
si scioglieva, come i colori di un quadro su cui fosse stata gettata una
secchiata d'acqua.
Si ritrovarono nel sogno di sua madre, nella cucina dove stava servendo il
pranzo ai suoi figli.
Cypress Hills.
Nella sua vecchia casa, il novantenne Thomas Middleton, dormiva nel suo letto.
Era riuscito a prendere sonno solo dopo aver a lungo tossito e sputato sangue.
Era malato di un cancro ai polmoni che, lentamente, lo stava consumando.
Davanti alla sua finestra, apparve l'imponente sagoma di Adam.
I poteri del bambino si attivarono, le ultime energie vitali abbandonarono il
corpo dell'uomo e la sua anima si staccò dal corpo.
Il peso dei peccati dell'uomo, come aver tradito più volte la moglie, l'aver
ucciso un uomo disarmato in guerra, aver investito un bambino con l'auto ed
essere scappato senza aver dato soccorsi, azioni di cui mai si era pentito
nella sua vita, fu come zavorra che agganciò l'anima dell'uomo, trascinandola
all'inferno.
Con un mugolio Adam si allontanò dalla casa.
A causa della confusione e del buio, Stacy sbagliò
strada e invece di uscire dalla centrale, si ritrovò a correre per le scale che
portavano nel seminterrato.
"Stacy! L'uscita è dall'altra parte!"
strillò Adrienne, la ragazza mise un piede in fallo e
precipitò addosso all'amica che la precedeva, finendo tutte e due con il muso
contro il pavimento del sotterraneo.
Alzandosi a fatica, Adrienne trovò con le dita i
resti del corpo di uno degli agenti.
Tirò indietro la mano disgustata ed urtò una torcia.
L'afferrò e illuminò la stanza "Stacy... che
facciamo? Scappiamo o rimaniamo qui in attesa che lo cose si calmino?"
Un odore di marcio riempì d'un tratto la stanza.
Un mugolio giunse da un angolo.
Stacy afferrò la torcia e puntò il fascio di luce in
quella direzione.
Lo Spaventapasseri era rannicchiato a terra, con una mano premuta contro
l'occhio "Mamma... fa male... brucia... tutto..."
Stacy e Adrienne si mossero
lentamente indietro.
Lo Spaventapasseri si alzò e si trascinò verso le due "Fa male...
male..."
Afferrò i lembi della malridotta maglia con le mani e la strappò via, mostrando
il busto nudo.
La sua carne era scura, piena di piaghe e ferite, in particolare vi erano in
evidenza tre tagli orizzontali due sui pettorali e uno, più lungo, sull'addome.
D'un tratto, i tre tagli si allargarono: i due più piccoli mostrarono dei bulbi
oculari rossi, quello più grande una sfilza di denti appunti; sul busto
dell'uomo si era formato come un grottesco volto.
Seer e Michael apparvero nel cimitero.
"Da dove cominciano a cercarlo?" chiese Michael.
"Non penso che serva la Scoobie Gang per
trovarlo." Seer indicò le profonde impronte nel
terreno "Non si è preso troppa briga di nascondere le sue tracce!"
Seguirono le impronte, fino al margine del cimitero, poi da lì, rami spezzati e
bidoni di spazzatura rovesciati segnarono per un po' la pista, fino a quando
non videro le luci dell'ambulanza davanti alla casa di Thomas Middleton.
"Ha colpito di nuovo..." fece notare Seer.
Da quel momento la nuova scia che seguirono fu quella delle case dove erano
ferme le ambulanze, percorrendo il percorso delle vittime di Adam.
Dopo essere passati davanti alla settima casa, Seer
sbarrò gli occhi.
"Michael... ho capito dove sta andando!" esclamò "Continuando in
questa direzione... c'è l'ospedale per l'infanzia. Lì è pieno di bambini malati
di cancro."
"Dannazione... sembra che quel coso senta l'odore della morte... e ne sia
attratto..." ringhiò Michael "Non so come abbia fatto ad uccidere
tutte quelle persone senza neanche toccarle, ma non gli permetterò di fare del
male a dei bambini!"
Strinse le mani sul manubrio, il fuoco infernale avvolse la moto, entrando nel
serbatoio, le ruote si infiammarono e il mezzo accelerò lasciando un solco
sull'asfalto.
Dan tirò il braccio fuori dal corpo di Succubus e
si voltò verso la madre " Mamma tu vieni con me!"
"No!" ringhiò Glorian afferrandolo per la
spalla "In questo mondo di sogno comando io!"
Dal corpo di Dan si allungò una tela di catene, che strinsero come in un
bozzolo Glorian e Succubus.
Poi corse verso la madre e l'afferrò iniziando a scuoterla "Mamma! Mamma!
Sono io! Dan!"
La donna, lo guardò sconvolta e iniziò a gridare "MI lasci, mi
lasci!"
I piccoli Dan e Barbara gli afferrarono le gambe "Lascia la Mamma!"
"Mamma, non è vero! Non c'è niente di vero, qui!" urlò Dan
"Anche i sentimenti che provi, non sono che un pallido riflesso dei veri
sentimenti! Non infangare così l'amore mio e di Barb!
La vita fuori è difficile, ma continuare a nascondersi in un mondo fittizio,
non risolverà niente!"
"Io... sono felice qui..." pianse la donna.
"Mamma... non ci lasciare..." strillarono i bambini.
"Non è qui il tuo posto!" Gridò Dan e una folata di vento spalancò
finestre e porte, trascinando via parte dell'arredamento della casa
"Mamma, questo è solo un sogno! Non c'è niente di vero!"
I bambini si bloccarono e vennero spazzati via dal vento come fossero di
sabbia.
"No! Dan! Barbara!" gridò Frances.
Dan l'abbracciò "Mamma... io sono qui… ti prego... ti prometto che non ti
lascerò, ma... per favore... torna da me... mi manchi..."
La casa venne spazzata via dal vento.
Ospedale dell'infanzia.
Nei loro lettini, i bambini dormivano.
Il piccolo Rupert si alzò, spinto da un impellente bisogno della vescica.
Scese le scale e raggiunse il bagno.
Espletati i suoi bisogni, uscì nel corridoio, ma prima di salire le scale,
guardò fuori dalla finestra.
Gli si stagliò innanzi la figura di Adam.
Il bambino rimase a fissarlo a bocca aperta, mentre la grossa mano di Adam lo
afferrava e lo trascinava fuori.
Sollevato in aria, Rupert si sentì d'improvviso fiacco e debole.
Chiuse gli occhi, intenzionato ad addormentarsi.
"Lascialo stare, mostro schifoso!" gridò Michael investendo con la
moto Adam.
Il bambino gli volò via dalla mano, ma fu prontamente afferrato da Seer.
Adam si rialzò ringhiando.
Michael gli corse di nuovo addosso, ma il bestione afferrò la ruota della moto
e la lanciò contro una parete.
Badilino era saltato giù in tempo e si trovava ora a
fronteggiare la creatura.
"Che razza di bastardo se la prenderebbe con dei bambini malati?"
ringhiò Badilino mentre le sue mani si illuminavano
di rosso.
Prima che potesse attaccare, Adam calò il pugno, obbligandolo a retrocedere,
mentre la sua mano si incastrava nell'asfalto.
"Michael! Il bambino si sta indebolendo!" gridò Seer
"In qualche modo la sola presenza di questo mostro basta a spingerlo
lentamente verso la morte!"
"Teleportaci lontano da qui!" esclamò
Michael evitando un altro pugno "Portaci da qualche parte... dove a
quest'ora non ci sia troppa gente."
"Michael, forse dovrei chiamare gli altri!" esclamò Seer.
"Non ce n'è bisogno! Teleportaci! Ora!" le
ordinò Michael.
"Ok... ti raggiungo appena posso, tieni duro!" Seer
li indicò con una mano e una luce verde li avvolse.
Poi entrò dalla finestra e adagiò Rupert su una panca nel corridoio.
"Scusa piccolo se non ti porto nella tua stanza... ma sono di
fretta." E così dicendo sparì.
"Capitano Dolan? Mi sente? Si allontani dalla
porta, la butto giù!" gridò John dando una spallata alla porta
dell'ufficio che aveva provato più volte ad aprire senza successo.
Si trovò a rotolare sul pavimento dell'ufficio, finendo steso di fronte alla
scrivania, alla quale era seduto Hellgate.
"Tu... bastardo, cosa ci fai qui?" ringhiò Blaze,
ma prima che potesse puntarlo con il fucile sentì contro la nuca la pressione
della pistola di Snowblind
"Stia calmo Blaze... questo è un incontro tra
Galantuomini..." disse Hellgate "Sono qui,
per farmi dare qualcosa che mi spetta di diritto da Gerard Dolan..."
indicò l'uomo, tenuto per un braccio da Astaroth.
"E di cosa si tratta?" chiese Blaze
guardandosi intorno.
"Della mia identità." rispose lui con tono compiacente.
"Di che stai parlando? Mi pare che avessi chiarito chi fossi
realmente!" proruppe Blaze.
"Già... Ma dimmi Blaze, nel mio racconto non hai
trovato nulla di fuori posto?" chiese Hellgate
con tono incuriosito "Io si... ho trovato
parecchie cose che non tornavano: come mai io che sono in realtà la proiezione
in questa realtà di un demone, sono sempre stato scettico nei confronti del
misticismo, tanto da condurre una serie continua di esperimenti per verificarne
l'esistenza... come quelli su Vendetta o.. sui tuoi Figli..?"
"I miei figli?" John fece un passo in avanti sbattendo le mani sul
tavolo "Cosa hai fatto ai miei figli? Cosa c’entrano loro?"
"E per quanto mi sforzassi di capire... di ricordare" proseguì come
se non fosse stato interrotto l'uomo "Non ci sono riuscito: ho trovato
degli enormi buchi nella mia memoria... Ed ho deciso di colmarli con l'aiuto di
Gerard. So per certo che quando passava informazioni a Ghost, ha fatto molte
ricerche su di me. E quindi, eccomi qui, a chiedere al buon Gerard di
consegnarmi tutto il materiale su di me..."
"Cosa hai fatto ai miei figli?" ripeté John.
"Quanto sei noioso..." mormorò Hellgate
alzando un sopracciglio, poi si sollevò dalla sedia e si avvicinò a Dolan "Fammi indovinare, Gerard..." scivolò con
le dita sul CD che stringeva tra le mani "Non sarà mica questo quello che
sto cercando? " gli poggiò un piede in faccia e lo spinse a terra"Purtroppo il Blackout mi impedisce di poter
verificarne il contenuto sul PC..."
Con la coda dell'occhio, John vide che Snowblind
stava seguendo con lo sguardo il suo capo.
Approfittando di quella distrazione roteò su una gamba, colpendo con un calcio
la mano dell'uomo, disarmandolo.
Poi si lanciò verso Hellgate, afferrò il disco e poi
rotolò accanto a Dolan.
Puntò il fucile sulla Cricca di Hellgate "Fai
una sola mossa, e il CD va in pezzi!"
Hellgate lo guardò irato "Io ti consiglierei di
valutare le tue azioni, Blaze... distruggi quel
disco... e ti assicuro che non saprai nulla dei tuoi figli. Consegnamelo e ti
rivelerò la verità sul loro destino."
Statua della Libertà.
Seer apparve in un lampo di luce, su una delle punte
della corona della statua.
"Michael? Dove sei?" chiamò a voce alta.
Nel buio della notte non riusciva a vedere a un palmo dal suo naso, illuminò la
mano e la portò innanzi a se.
Fu allora che lo vide.
Esattamente al centro della nuca della statua.
C'era Adam, in piedi, con un braccio disteso sul fianco, l'altro teso verso
l'alto.
Nel palmo della mano, stringeva Michael per la testa.
"No..." mormorò Seer.
Dan riaprì gli occhi e si trovò seduto sulla sedia accanto al letto di sua
madre.
La testa gli doleva a morire e i suoi sensi erano confusi: per quanto tempo era
rimasto privo di sensi?
Una luce illuminò le sue spalle.
L'uomo con l'impermeabile verde era in piedi accanto alla finestra, sulla mano
teneva una sfera che brillava intensamente.
Rischiarata dal chiarore della sfera, la pelle dell'uomo sembrava ancora più
bianca di prima, ed il bianco dei suoi occhi era d'improvviso diventato nero.
Fu allora che Dan lo riconobbe.
"Incubo!"
Prossimamente:
Spiriti della Vendetta 16
Stretti in una morsa
Quale sarà il destino della madre di Dan? Blaze
scoprirà la verità sui suoi figli scomparsi? Potrà Seer
salvare Michael?
Michael Badilino era arrivato sulla cima della
statua della libertà insieme alla grottesca creatura di cui non sapeva neanche
il nome.
La creatura si chiamava Adam, ma Michael non lo poteva sapere, come non sapeva
che era il figlio della mutante Threnody, né che era
giunto sulla terra per raccogliere anime per conto di Mefisto, né che sotto i
brandelli di carne morta che costituivano il suo corpo era celato un bambino di
poco più di un anno.
Il bambino era mosso solo dal desiderio di raccogliere anime dai corpi che
spingeva con il suo potere verso la morte, era quello l'unico scopo che trovava
nella sua vita, e sapeva che, continuando così, avrebbe salvato la vita alla
sua adorata madre.
Michael sapeva solo che quel mostro doveva essere fermato.
Ma né il fuoco infernale rosso, quello che divorava l'anima, né il fuoco
infernale nero, quello che feriva la carne, sembravano scalfirlo.
Il pugno della creatura calò sulla testa dell'uomo, schiantandola contro il
duro cemento della statua.
Michael vide tutto farsi nero, ma continuò a sentire chiaramente il dolore
dovuto ad ogni singolo colpo.
Quando sentì la flebile voce di Seer, sussurrare un
distante "No", Adam l'aveva appena sollevato per la testa
afferrandolo per la testa.
16
Stretti in una morsa
"Allora, John Blaze...la posta che pongo sul
piatto è la seguente: i tuoi figli contro quel disco. Penso che sia una scelta
ragionevole, non trovi?" commentò Hellgate
incrociando le braccia.
Si trovavano nell'ufficio del capitano Gerard Dolan e
fuori impazzava il caos provocato dall'attacco improvviso dello
Spaventapasseri.
John sapeva che si sarebbe dovuto preoccupare degli innocenti che stavano
rischiando la vita nella stazione, ma non ci riusciva.
I suoi pensieri erano tutti rivolti a Craig ed Emma, i suoi figli perduti.
Quanto li aveva cercati? Quante volte era stato ad un passo dal riabbracciarli?
E quante volte li aveva visti strappati dalle sue braccia? Quanti sadici
scherzi del destino avevano contribuito a separare la sua famiglia?
E adesso... poteva risolvere tutto.
Dando semplicemente quel disco ad Hellgate, avrebbe
saputo la verità...
Ma Hellgate era un demone. C'era da fidarsi di lui?
Ma in fondo era stato Mefisto a rivelare che Hellgate
non era altro che la manifestazione terrena del demone Ba’al,
quanto c'era da fidarsi di colui che veniva appellato come signore delle
menzogne?
Ma cosa c'era da perdere alla fin fine?
"D'accordo Hellgate..." decise Blaze, ignorando Gerard Dolan,
che gli consigliava di desistere "La verità sui miei figli, in cambio
delle informazioni sul tuo passato."
"Bene... se vuoi essere così gentile da passarmi il disco..." fece Hellgate tendendo una mano in avanti.
Blaze fece cenno di negazione con l'indice "Non
mi freghi, Hellgate. Prima tu parli, poi io ti do il
disco."
Hellgate sorrise "Mi sembra giusto... Beh, mio
caro Jonathan, mi permetta di presentarle i suoi figli..." Schioccò le
dita ed Astaroth e Astarte
si tolsero le maschere di pelle che ne cingevano i volti, rivelando due visi da
adolescenti, con gli occhi azzurri e i capelli castano chiaro.
"Emma? Craig?" John aprì la bocca stupito: i due ragazzi con cui
aveva già una volta lottato, erano i suoi figli.
Tutto quadrava: quando aveva smascherato Astaroth, al
loro primo incontro, aveva sentito una sensazione di familiarità, solo che non
ci aveva fatto caso "Cosa gli hai fatto? I miei figli... erano due
bambini, questi sono due adolescenti!" .
"Non dirmi che sottovaluti a tal modo i miei mezzi..." Hellgate ridacchiò "Gli esperimenti che volevo fare su
di loro richiedevano lunghi tempi di attesa, per questo i loro corpi sono stati
trasportati nel limbo in cui soggiorna Ba’al. Un
limbo dove il tempo scorre in maniera diversa... E il tempo che ho guadagnato
mi ha permesso di sviluppare i loro poteri mistici latenti, quelli che hanno
ereditato da te. Anche loro potevano fare appello al fuoco infernale, ma
avevano bisogno di un tramite, come per te è il medaglione... Per loro, è stato
il potere stesso di Ba'al, il tramite."
"Emma... Craig..." Blaze fece un passo
verso i due ragazzi, che, immobili accanto ad Hellgate,
tenevano lo sguardo fisso nel vuoto.
"Te li restituirò... non appena mi darai il disco." Hellgate tese la mano.
John lo guardò con diffidenza e poi lasciò cadere il disco sul suo palmo .
"Perfetto!" gli occhi di Hellgate
brillarono.
"Figlioli mi riconoscete? Sono vostro padre!" esclamò Blaze davanti ai due figli.
"Suvvia, Astaroth, Astarte,
fate un po' di feste al vostro paparino..." Hellgate
schioccò le dita "Uccidetelo!"
Non appena l'ordine partì dalla bocca dell'uomo, Astaroth
scattò in avanti, afferrando il collo del padre.
Seer calò il braccio e una sfera di energia verde
volò verso Adam.
Colpì il volto della creatura, che barcollò senza però venire alcun modo
ferito.
Adam emise un mugolio e sollevò in aria Michael, iniziando a colpirgli il volto
con la mano libera.
"No! Lascialo Bastardo!" gridò Seer
saltandoli addosso.
Il colosso non sentì neanche i pugni di Seer dietro
la schiena e prese a percuotere Michael allo stomaco.
L'uomo sentiva il dolore divorargli il corpo, non riusciva a muoversi e davanti
agli occhi era diventato tutto rosso.
Cercò di alzare il braccio per evocare il fuoco infernale, ma il pugno di Adam
ci calò sopra, spezzandolo di netto.
Seer sentì chiaramente l'urlo di Michael, prese a
colpire con più insistenza la schiena di Adam, ma senza ottenere risultati.
Decise allora di vincere il disgusto: afferrò i brandelli di carne che
formavano il braccio della creatura ed iniziò a strapparli una ad uno.
Adam non provò alcun tipo di dolore, ma a poco a poco i brandelli di cadaveri
che formavano il suo braccio cominciarono a perdere di coesione e il braccio si
disfece, lasciando scivolare Badilino sul cemento.
Seer corse al fianco di Michael, per trascinarlo via
e poterlo teleportare al sicuro.
Ma Adam, dopo aver colpito un paio di volte a vuoto, si accorse di aver perso
il braccio.
La creatura, irata, calò il pugno su Michael e Seer.
I due vennero travolti dall'attacco e si trovarono proiettati in un volo verso
terra.
Nel seminterrato, l'orrido Spaventapasseri aveva appena mostrato a Stacy ed Adrienne il mostruoso
volto che nascondeva sul petto.
In quel momento giunse Shriker.
Il ninja lanciò una raffica di coltelli che infilzarono il corpo della
creatura, facendolo arretrare.
"Sbaglio o c'è qualcosa di diverso in lui?" chiese mettendosi di
fronte a Stacy.
"Si... non è mai stato così... mostruoso..." mormorò Stacy, stringendo tra le braccia Adrienne,
che era appena svenuta..
"Mamma... fa male..." singhiozzò lo Spaventapasseri.
"Zitto tu!" ringhiò una voce rauca fuori uscendo dalla fessura nel
suo addome.
Lo Spaventapasseri continuò a singhiozzare in silenzio.
"Sei tu quella che chiama mamma, vero?" fece la bocca mostruosa
"I suoi sentimenti sono così contrastanti... ti ama e ti odia allo stesso
tempo... credo che ti mangerò!"
"Chi... cosa sei tu?" chiese Stacy.
"Io sono un demone..." mentre la bocca parlava, dalle carni dello
Spaventapasseri iniziavano ad allungarsi punte acuminate "Sono stato fuso
da Mefisto ad un'anima dannata di un folle chiamato Kasady,
mandato sulla terra per recuperare un'anima sottratta all'inferno e poi ucciso
dal demone Zarathos. Ritornati di nuovo in vita
grazie alla cappa delle ombre, abbiamo messo a ferro e fuoco il Ravencroft Asylum. Separati, Kasady è stato di nuovo ucciso, mentre io mi sono trovato
privo di un corpo... Stavo per estinguermi, senza l'apporto di Mefisto non mi
era possibile unirmi ad un corpo, quando tra le macerie ho trovato lo
Spaventapasseri... Il suo corpo era adatto ad ospitare un demone, poiché la sua
anima era stata utilizzata da Cuorenero e poi riunita
al suo corpo apparentemente defunto. Il suo corpo aveva ancora però tutte le
ossa rinsaldate storte, a seguito di un incontro con Ghost Rider. Io l'ho
guarito e l'ho liberato. E l'ho usato per trovare da mangiare... erano secoli
che non mi nutrivo di carne umana fresca."
" E adesso cosa vuoi?" chiese Jack, avvicinandosi lentamente a Stacy.
"Lo Spaventapasseri è un'anima tormentata... non riesce a quietarsi e
lasciarmi guidare in santa pace il suo corpo. Per questo ho deciso di trovare
la sua adorata mammina e divorarla... quando sarà una cosa sola con la sua
carne e il suo sangue, forse si calmerà..."
"Stacy..." sussurrò Jack "Ascolta: Dan
mi aveva parlato del suo scontro con il demone Carnage...
e mi ha detto che è riuscito a sconfiggerlo con una raffica di fuoco
infernale..."
"Cosa?" fece Stacy confusa.
"Vai sopra... e chiedi aiuto a Blaze... solo lui
può sconfiggerlo... Io cercherò di trattenerlo per il momento. Vai, ora!"
esclamò Jack mentre Stacy iniziava a correre con Adrienne sulle spalle.
"Non fare la furba, piccola!" esclamò il demone mentre le sue
escrescenze acuminate, che erano cresciute sulla schiena dello Spaventapasseri
come le zampe di un insetto, si allungavano verso di lei.
Una raffica di shuriken lo colpì alla gamba, facendolo piegare per il dolore.
Shiker lo attaccò subito fendendo l'aria con le
spade.
Cina.
In una caverna sotterranea era in corso l'incontro tra il Custode e l'alto
sacerdote degli Uomini Teschio.
"Vedo che continuate con la vostra missione." Commentò il Custode,
indicando l'altare alle spalle dell'uomo.
"Cento anni dopo la caduta di Atlantide abbiamo preso in consegna i due
frammenti dell'Armatura Infernale" Si avvicinò ai guanti di metallo che
sembravano risplendere di luce propria "E continueremo finché lo riterremo
necessario."
"E se ti dicessi che è apparso qualcuno degno di indossarla?" il
Custode lo fissò attendendo una risposta, ma il sacerdote, troppo stupito non
riuscì a parlare.
"Tu... sei... Incubo." mormorò Dan fissando il signore dei sogni,
seduto davanti a lui.
"Hai indovinato! Una bambolina al giovanotto con la giacca di pelle!"
"Lascia in pace in mia madre!" gridò Dan.
"Tua... madre?" Incubo portò indietro la testa, scoppiando in una
fragorosa risata; quando si placò, riprese a parlare con le lacrime agli occhi
"Sciocco... perché mai dovrebbe in qualche modo interessarmi tua
madre?" portò in avanti la mano destra, su cui era poggiata una sfera che
brillava di luce dorata "Erano loro il mio obiettivo..."
Dan osservò con attenzione la sfera e vide che dentro vi erano imprigionati Succubus e Glorian.
"Succubus, la traditrice, e Glorian,
il folle che voleva attentare al mio trono. Avranno la punizione che meritano: Bamfs! Venite a me!" Fece rimbalzare la palla sul
palmo della mano mentre al suo fianco si apriva uno squarcio nell'aria, da cui
fuoriuscì una frotta di piccoli elfi blu, che afferrarono la sfera e la
trascinarono nello squarcio, che si richiuse alle loro spalle.
"Quindi… mi hai usato per catturare quei due." constatò Dan.
"A dir la verità, potevo recuperarli benissimo da solo... però avrei
rischiato di distruggere la mente di tua madre." Sorrise Incubo.
"E come mai hai avuto questo riguardo nei miei confronti?" chiese
Dan.
"Diciamo che così ho ripagato un torto che vi ho fatto tempo fa..."
rispose Incubo.
Il signore degli incubi si alzò e si diresse verso la porta, mentre la sua
pelle si tingeva di rosa "Quando Cuorenero
attirò Ghost Rider all'inferno, mi chiese di creare tutta una serie di
illusioni che muovessero gli eventi affinché diventasse il re dell'inferno. E
quando Mefisto tornò a regnare all'inferno, manipolai di nuovo la mente di
Ghost, facendogli credere che tutto quello che aveva vissuto, anche la scoperta
delle sue origini, fossero un sogno. Con le mie azioni di oggi ho pagato il
debito che avevo con la stirpe dei Kale, dato che nel
prossimo futuro sarà meglio non aver alcun conflitto aperto con voi..."
"Di che parli?" ma Incubo era già sparito, lasciando Dan da solo coi
suoi dubbi.
Il ragazzo si avvicinò al letto della madre e le poggiò una mano sulla fronte.
"Mamma... tutto questo tempo, non hai fatto altro che sognare... quella
vita che ti è stata negata..." il ragazzo la baciò sulla guancia "…
mi spiace, è tutta colpa mia. Ho rovinato tutto... ti ho continuamente
deluso."
"Dan, tu sei la più grande soddisfazione della mia vita..." sussurrò
Frances Ketch con gli occhi socchiusi.
"Mamma?" esclamò Dan, mentre Paula entrava nella stanza.
Il ragazzo alzò lo sguardo "Paula... vai a chiamare un medico... subito!"
Mentre la ragazza correva a rintracciare un dottore, Dan abbracciò piangendo
sua madre.
Seer e Michael stavano cadendo a peso morto dalla
Statua della Libertà.
Seer aveva afferrato Michael, pensando di teleportarsi insieme da qualche parte, ma ormai avevano
accumulato troppa velocità: anche teleportandosi la
spinta che avevano li avrebbe fatti schiantare.
"Seer..." mugolò Michael "portaci...
alle spalle... di quella creatura... in modo da proseguire... la caduta in
linea obliqua..."
Seer annuì, comprendendo il piano di Michael: teleportandosi alle spalle di Adam, sarebbe stato la
creatura ad assorbire l'impatto della caduta.
Strinse a se Michael e svanirono insieme in un lampo.
Un secondo dopo, una luce verde brillò alle spalle di Adam, eretto su una delle
punte della corona.
Seer e Michael gli piombarono addosso, schiacciandolo
contro il cemento.
L'impatto fu tanto forte che buona parte del corpo della creatura andò in
pezzi.
Mentre pezzi di cadavere turbinavano nell'aria, l'involucro vermiforme di Adam
sgusciò vero l'estremità della punta.
"Eccolo..." ringhiò Michael alzandosi: le sue ossa sembravano gridare
dal dolore.
Fece un passo avanti, ma sentì le gambe tremare: il terreno stava cedendo sotto
i suoi piedi, l'impatto aveva danneggiato la statua.
"Michael! Sta per crollare!" Seer lo
afferrò per le spalle e lo trascinò indietro.
"No! Devo prendere quel bastardo!" gridò Michael, mentre Adam si
contorceva a qualche metro da lui.
La punta della corona andò in frantumi e Adam precipitò tra i detriti
John volò fuori dall'ufficio del capitano Dolan,
colpito da un violento pugno di Astaroth.
I due fratelli lo seguirono saettando fuori dalla porta.
"Beh, noi abbiamo finito qui..." fece Hellgate
aprendo la finestra "Grazie per la collaborazione, capitano!"
E così dicendo, lui e Snowblind saltarono fuori e
sparirono nella notte.
"Emma, Craig! Fermatevi!" gridò John.
Per tutta risposta una sfera di fuoco si formò nel pugno di Astaroth
e volò verso di lui.
John saltò, lasciando che la sfera incendiasse una scrivania "Quello non è
fuoco infernale... prima che lanciasse ho visto brillare il suo bracciale... è
quello che gli permette di lanciare palle di fuoco."
Preso da questi pensieri, non notò Astarte alle sue
spalle.
La ragazza portò una mano avanti e una fiammata l'avvolse.
Senti la testa scoppiare di dolore: il fuoco infernale gli stava bruciando
l'anima.
Strinse i pugni, concentrandosi, e il fuoco infernale si estinse "Questo è
uno dei vantaggi del medaglione del potere..."
"John! John!" gridò Stacy correndo per la
stanza "Ma.. questi da dove saltano fuori? Chi sono?"
"Parenti che non vedevo da tanto... Abbassati!"
Astaroth e Astarte
lanciarono una fiammata contro Stacy, che la ragazza
riuscì ad evitare grazie all'avvertimento di Blaze.
"John, c'è un casino la sotto con lo Spaventapasseri!" Stacy fece scivolare il corpo privo di sensi di Adrienne sotto una scrivania "È fuso con un demone! E
Jack dice che ci vuole il fuoco infernale per sconfiggerlo!"
Aveva appena finito la frase, quando il corpo di Shriker
volò attraverso la porta che dava nel seminterrato, schiantandosi contro un
muro...
"Jack!" Gridò Stacy correndo al fianco
dell'amico.
"È diventato troppo forte, Stace..."
biascicò Jack.
John, che stava ancora lottando con Astaroth e Astarte, vide con la coda dell'occhio la creatura che
saliva per le scale: dalle carni dello Spaventapasseri usciva un'enorme
quantità di punte d'osso, le più grandi agivano come le zampe di un ragno,
picchettando sul terreno e trasportando il corpo dell'uomo, che dondolava come privo
di forze.
Quell'attimo di distrazione, fu fatale per John: Astaroth
e Astarte, che si muovevano con un'eccellente
sincronia, lo colpirono contemporaneamente, con un pugno al volto e uno allo
stomaco, facendolo cadere a terra.
Stacy intanto aveva trovato una pistola in un
cassetto e aveva iniziato a sparare contro lo Spaventapasseri.
I proiettili penetravano la carne dell'uomo, senza alcun risultato, se non
qualche mugolio.
"È inutile donna!" sibilò la bocca del demone "Neutralizzo ogni
colpo infertomi e non sento il dolore... non mi puoi
fermare... sarai il mio pasto!"
John alzò la testa e vide Astaroth e Astarte fluttuare sopra di lui, con le mani tese in avanti
e il fuoco infernale che si accumulava sui palmi.
Poi si voltò verso Stacy: a una decina di metri dal
punto in cui era vedeva la schiena dello Spaventapasseri muoversi verso la
ragazza.
"O la va, o la spacca!" esclamò a denti stretti, si alzò di scatto e
iniziò a correre verso lo Spaventapasseri.
"È inutile cercare di scappare, Blaze!" gli
gridò Astaroth inseguendolo con la sorella.
Due delle appendici ossee dello Spaventapasseri afferrarono Stacy,
sollevandola in aria, la bocca del demone si aprì.
John giunse a qualche passo di distanza dalle spalle della creatura, dietro di
se senti il crepitare del fuoco infernale, indicativo che il colpo era partito.
Si spinse con i piedi, lasciandosi cadere all'indietro e mentre finiva con il
sedere sul pavimento, vide il fuoco infernale saettare sulla sua nuca e volare
verso lo Spaventapasseri.
Premette il grilletto del fucile e al colpo lanciato dai suoi figli si unì il
suo.
Il corpo dello Spaventapasseri fu avvolto da fiamme rossastre: la bocca del
demone lanciò un urlo di dolore, lasciando cadere a terra Stacy.
Le punte d'osso si ritirarono rapidamente all'interno del corpo, mentre il
volto impresso sul petto dello Spaventapasseri si contraeva in una serie di
smorfie di dolore.
Alla fine dalla fessura che era sull'addome, scivolò fuori una piccola creatura
rossastra, che lanciando grida stridule, sbatté contro il pavimento riducendosi
in polvere.
"Dannato Blaze... ci hai preso in giro! Ma
stavolta non eviterai il nostro attacco!" gridò Astaroth
preparandosi a lanciare una fiammata verso l'uomo.
John si voltò, lascio cadere il fucile a terra e tese
le braccia "Craig, Emma... io sono vostro padre. Qualsiasi cosa vi abbia
fatto Hellgate, sono sicuro che non potete esservi
completamente dimenticati di me... Io mi fido di voi, so che non mi farete del
male."
Astaroth indugiò.
"Fratello... " balbettò Astarte.
"Lui... sta mentendo... io non..." il ragazzo si portò le mani alla
testa e lanciò un grido "La mente... brucia!!!"
"Craig!" John corse in direzione del ragazzo.
Astarte fu però più veloce, prese tra le braccia il
fratello e sparirono in un lampo di luce.
"Craig... Emma..." mormorò John.
Stacy guardò lo Spaventapasseri accigliata.
"M..a..m..a" biascicò il criminale: i buchi
da dove uscivano le escrescenze ossee e le fessure del volto del demone erano
diventate ferite lorde di pus.
La ragazza sollevò una mano, pronta colpirlo.
"Stace!" gridò il capitano Dolan correndo fuori dal suo ufficio, ed abbracciando la
figlia.
Stacy rimase qualche secondo immobile, poi ricambiò
l'abbraccio del padre.
Seer e Michael apparvero alla base della statua.
Si avvicinarono ai detriti, in mezzo ad essi spiccavano i brandelli di carne e
da sotto fluiva un rivoletto di sangue.
"Non può essere sopravvissuto a quel volo..." constatò Seer.
Michael rimase immobile "Tu dici? Quel corpo.. era fatto di pezzi di
cadaveri... per questo non sentiva alcun dolore... E se quello che abbiamo
visto fosse stato un altro involucro, che proteggeva le vere sembianze di
quella creatura?"
"È inutile pensarci ora..." Seer lo prese
per mano e sparirono.
"Sono felice che tua madre si sia ripresa..." disse Paula.
Stava passeggiando al fianco di Dan, nella strada illuminata dai lampioni.
"Anche io... è stato... un periodo così duro..." sospirò Dan
"Nell'ultimo mese, è successo di tutto. Ma ora che la mamma si è ripresa,
ho come la sensazione che le cose stanno sistemandosi da sole."
"Tutte... le cose?" chiese Paula, allungando la mano e sfiorando
quella di Dan.
"Non abbiamo avuto modo di parlare... da quando.. sei tornata..."
tentennò il ragazzo.
"Tornata." Ridacchiò Paula "Guarda che non me ne sono mai
andata. Sei tu quello che non si è più fatto sentire."
"Beh, pensavo... che dopo tutti i casini che erano successi..."
"Dan, tutte le coppie hanno i loro problemi, i loro periodi neri... ma non
penso che questo basti a chiudere un rapporto."
La mano di Paula si strinse su quella di Dan.
"Paula.. io ti voglio... veramente un bene dell'anima..." la mano di
Dan ricambiò la stretta "Ma è passato un sacco di tempo. Siamo cambiati e
ricominciare adesso... sarebbe azzardato..." la mano di Dan si scostò
"Non voglio perderti come amica. Ma non me la sento di ricominciare la
nostra relazione."
Paula sorrise malinconicamente "Mi dovrò accontentare."
Continuarono a chiacchierare, camminando nella notte, finché non giunsero alla
moto di Dan.
Nel mare della baia di New York, il piccolo Adam nuotava.
Scivolò sino ad un'imboccatura delle fogne e vi si rifugiò dentro.
Trovò due barboni addormentati, ridotti da una vita di stenti per le strade a
due carcasse deboli e malate.
Adam risucchiò la poca forza vitale rimasta nei due corpi, uccidendoli.
Poi strappò la carne dai cadaveri, iniziando a crearsi un nuovo corpo.
Prossimamente:
Spiriti della Vendetta 17
Meglio domani
La minaccia di Adam si è rivelata più gravosa del previsto, gli spiriti della
vendetta uniscono le forze per fronteggiarlo in una battaglia all'ultimo
sangue.
Il punto della situazione: Grazie all'aiuto di Incubo, Dan
ha tratto la madre fuori dal coma in cui era caduta a causa di Glorian e Succubus. John Blaze è stato coinvolto nell'attacco dello Spaventapasseri
preso la stazione della polizia, ma è riuscito a sconfiggerlo grazie all'aiuto
di Shriker, alias Jack d'Auria, nel frattempo ha
scoperto che i suoi figli, misteriosamente invecchiati, ora lavorano per Hellgate sotto le spoglie di Astaroth
e Astarte e ha incrociato una donna che gli ricordava
la sua defunta moglie Roxanne. Intanto Michael Badilino ha fronteggiato Adam, il figlio della mutante Threnody ed emissario di Mefisto, ed è sopravvissuto allo
scontro per miracolo.
Nuvole di vapore riempivano il bagno, mentre l'acqua calda usciva con uno
scroscio dalla doccia.
Si mise sotto il getto, lasciando che l'acqua sciacquasse il suo corpo.
Tirò via la tendina ed uscì avvolgendosi in un asciugamano.
Si avvicinò allo specchio appannato sopra il lavello e lo ripulì passandoci
sopra due dita.
Vide i propri occhi nel riflesso.
"Glielo dirò oggi..." pensò "Si... oggi... non sarà difficile,
basterà prendere fiato e dire: Io Ti Amo..." sospirò "No.. oggi non è
il caso... è meglio domani..."
Chiuse gli occhi.
17
Meglio domani
di Xel aka Joji
"Voglio un Happy Marvel!"
John allungò il collo e vide una bambina con le trecce e con grossi occhi
azzurri fissarlo.
Blaze sollevò il cappellino del Marvel Burger e si
diede una grattata alla testa "Hamburger, Cheesburger,
Chicken Marvel o Marvel Toast?"
La bambina ci pensò un attimo e poi ripeté "Voglio un Happy Marvel!"
John prese fiato
"Hamburger, Cheesburger, Chicken Marvel o Marvel
Toast?"
La bambina si mordicchiò il labbro e poi disse "Un Happy Marvel per
favore!"
John allungò il braccio e afferrò la bambina per il bavero della camicetta,
sollevandola all'altezza del suo volto e fissandola con occhi iniettati di
sangue "Senti piccola, sono quasi dieci ore che sto in piedi, i miei
capelli sono unti d'olio e penso che avrò l'odore di patatine fritte nel naso
per il resto della mia vita. Prendo una paga da schifo e il mio capo è un
diciottenne brufoloso che si crede il padrone del mondo. Quindi ora mi dirai se
vuoi un fottuttissimo Hamburger, un fottuttissimo Cheesburger, un fottuttissimo Chicken Marvel o un fottuttissimo
Marvel Toast, chiaro?"
La bambina lo fissò e poi scoppiò in un pianto isterico.
John la lasciò andare e lei corse fuori dal locale.
"Mr. Blaze?" fece una voce alle sue spalle.
Si voltò e si trovò davanti al suo capo, un ragazzo alto la metà di lui
"Penso che abbia dimenticare le tre S che ogni lavoratore del Marvel
Burger deve ricordare... perché non le ripetiamo insieme. Sorridere, Sopportare
e S..."
"Sei un coglione!" fece John gettando a terra il cappellino.
"No... l'ultima S sta per Sano magiare..." lo corresse mentre Blaze si dirigeva verso la porta.
"Che idiota che sono..." mormorò tra dirigendosi verso il parcheggio
"Lavorare in un fast food non fa per me... ma cosa è che fa per me? Non
sono molti gli annunci che richiedono Spiriti della Vendetta ammazza mostri...
Sparare e andare in moto: è questo che so fare... Ma ora che il Circo Quentin
non esiste più, a cosa mi può servire?"
Salì in groppa alla moto e guardò il cielo "Sto davvero perdendo il
controllo della mia vita... non ho uno scopo, non ho un lavoro, non ho una
famiglia..." scrollò il capo "O meglio… ho due figli che però mi
vogliono uccidere perché un demone ha fatto loro il lavaggio del cervello...
non è certo il più tipico dei quadretti famigliari... E poi... Roxanne..." La sua mente tornò alla donna che aveva
incrociato qualche giorno prima alla sede del 112° Distretto di polizia, e alla
sensazione di dejà vu che aveva avuto e a come la sua mente avesse richiamato
il ricordo della sua defunta moglie, anche se quella donna non le somigliava
poi così tanto... "È tutto così strano... forse Stacy
può farmi sapere qualcosa di quella donna, tramite i suoi contatti in
polizia."
"Come vanno le cose a casa?" chiese Seer
salendo sulla moto, dietro a Michael.
"Bene... la madre di Dan sembra felice di aver così tanta gente in giro...
Hai preso tutto?"
La ragazza guardò il sacco che teneva tra le braccia "Farina, uova, latte,
burro, panna... si, la signora Ketch potrà fare i
suoi famosi pancake domani mattina!"
"Bene." Michael accelerò e la moto partì.
"Hai parlato con gli altri del bestione dell'altra notte?" gli gridò
nell'orecchio Seer.
"Gliel'ho accennato... Hanno tutti abbastanza casini, sto pensando che
forse è meglio non coinvolgerli e occuparmene da solo."
"Ma sei diventato scemo o cosa? Ti sei scordato che quello per poco non ti
faceva fuori?"
"Perché non ero preparato ad affrontarlo... adesso che lo conosco
potrò..."
"Potrai cosa? Finire sotto un metro di terra? Michael, voi Spiriti della
Vendetta siete in tre, questo vuol dire che quando c'è una minaccia troppo
grande per uno solo potete contare l'uno sull'altro. Lo vuoi capire o no?"
"Seer... io non sono fatto per il gioco di
squadra. Al massimo posso guidare una squadra, ma farne parte non rientra nelle
mie attitudini..."
"Sarà... ma non ti farò andare a caccia di quel bestione da solo,
chiaro?"
Giunsero davanti al vialetto di ingresso di casa Ketch. Michael posteggiò la
moto ed entrarono in casa.
"Tu vai pure in camera mia... io lascio queste cose in cucina e ti raggiungo."
Fece Michael congedandosi un attimo dalla ragazza.
Attraversò la sala da pranzo, aprì la porta della cucina spingendola con il
sedere, poi allungò una mano per trovare l'interruttore sul muro.
"Chi è là?" fece una voce nel buio della stanza.
Michael accese la luce si trovò davanti alla signora Ketch che lo fissava
tremante con gli occhi spaventati.
"Chi sei tu?" gridò la donna, arretrando di un passo.
"Frances... sono... io Michael..." fece confuso l'uomo.
La donna lo squadrò un attimo, poi un'espressione rilassata si fece largo sul
suo volto "oh... Michael... scusa, non so cosa mi sia preso... oh, avete
fatto la spesa... grazie. Appena la cena sarà pronta vi chiamerò."
Così dicendo preso il sacchetto dalle mani dell'uomo e lo poggiò sul tavolo della
cucina.
Michael salì per le scale ed entrò nella sua stanza, dove Seer
era seduta sul letto con gli occhi puntati sul televisore.
"Seer... è successa una cosa strana..."
iniziò Michael.
"Una sola?" l'interruppe lei ed alzò il volume del televisore.
"Si alza così a sei il numero dei barboni trovati morti nelle fogne."
Annunciò la giornalista" Anche in questo caso, le cause della morte
sembrano naturali, ma dal corpo sono stati strappati brandelli di carni, organi
e ossa, senza tuttavia uno schema preciso."
"È lui..."
Un bar del Greenwich Village.
"Due Bloody Mary e una piña
colada!" esclamò il cameriere lasciando un
fogliettino sul bancone.
"Arrivano subito!" Dan raccolse l'ordinazione e iniziò a shakerare
gli ingredienti.
"Ti hanno mai detto che assomigli a Tom Cruise?" fece Paula sedendosi
al bancone.
"Uh... grazie..." rispose imbarazzato Dan.
"Cocktail vero? Carino, ma non il suo miglior film ..." commentò
Jack, seduto nello sgabello accanto a Paula.
"Oh... non ti avevo visto... Jack D'Auria, giusto?" fece la ragazza
con aria indispettita.
"Precisamente... sono venuto a trovare Dan per fare quattro
chiacchiere..." bevve un sorso dal suo bicchiere e aggiunse "Suppongo
che anche tu sia qui per lo stesso motivo..."
"Si... proprio così." sorrise forzatamente la ragazza.
"Abbiamo finito i limoni.. vado a prenderli in magazzino... Torno
subito." Dan si allontanò lasciando i due soli.
"Vuoi un sorso di Diamantino?" Jack porse il bicchiere a Paula."
"No grazie... sono astemia." Fece lei.
"Sei single giusto?"
"Questo è il tentativo di abbordaggio più impacciato a cui abbia mai
assistito..."
Jack ridacchiò poggiandosi il bicchiere sulla fronte "Non era quello che
intendevo... Voglio dire, tu e Dan non vi siete visti per un sacco di tempo, ma
sembra che tu non ti sia minimamente interessata a trovarti un altro..."
"Perché a me piace lui..."
"E, nonostante il discorso che ti ha fatto l'altra notte, sei ancora
intenzionata di partire alla carica, eh?"
"Per il momento non si sente pronto... e allora? Ho aspettato tanto...
aspetterò un altro pò."
"Dan è innamorato di Stacy, lo dovresti sapere
no? Perché non smetti di creare problemi a loro due?"
"Cosa sei tu, una specie di angelo Custode impiccione?" Paula lo
guardò contrariata.
"Sono solo un amico." Jack bevve con un lungo sorso quello che
rimaneva del suo drink "Ed ho già visto soffrire abbastanza Dan."
"Di che parlavate in mia assenza?" chiese Dan poggiando una ciotola
di limone dietro il bancone.
"Ah, le solite cose: il tempo, il cinema, la musica... vero Paula? Tra quanto
stacchi Dan?" chiese Jack porgendogli il suo bicchiere.
Dan lavò sotto un getto d'acqua il bicchiere "Tra mezz'ora... poi conto di
passare la serata a casa di Stacy, vederci un film
e..."
Paula scostò bruscamente lo sgabello su cui era seduta "Scusate... si è
fatto tardi devo andare..."
Dan l'aveva appena salutata, quando il suo cellulare squillò "Prono?
Michael cosa... ah. Ho capito. Si... ok... ci vediamo dopo..."chiuse il
telefono e guardò Jack con aria mogia "mi sa che la mia serata con Stacy è sfumata..."
"Sì, una ragazza snella, coi capelli lunghi... Ho capito.. Se mi mandi
tutto via mail... grazie Smith, ti devo un favore, ci sentiamo!" Stacy riagganciò la cornetta del telefono e si sedette sul
divano, a fianco di John.
"Allora, c'è un voluto un po' ma alla fine ho trovato l'agente che ha
portato quella donna in Centrale" spiegò la ragazza "Mi ha detto che
l'hanno trovata durante una retata in un beauty center che forniva copertura ad
uno spaccio di droga. Era uscito che non centrava niente con il traffico, ma è
sparita dopo l'attacco dello Spaventapasseri... Comunque hanno alcuni dati su
di lei e mi manderà tutto via mail al più presto."
"Ti ringrazio Stacy... non aspettavo di trovare
questa mia... vecchia amica." Fece John.
"Sempre lieta di aiutarti..." sorrise la ragazza.
"Com'è finita con lo Spaventapasseri."
"L'hanno rinchiuso di nuovo a Ravencroft...
senza il demone con cui era fuso si è ridotto a una carcassa incapace di
muoversi e pensare..."
Il campanello della porta suonò interrompendola.
"Vado a vedere chi è..."
Stacy aprì la porta e si trovò davanti a Dan "Oh
Dan... pensavo venissi più tardi..."
"Si.. beh, ecco... ti volevo dire che purtroppo stasera..."
"Oh, Dan sei tu..." John fece capolino dietro Stacy
"Beh... io vado, ci vediamo a casa. Grazie di tutto Stace."
John fece per andarsene, ma Dan lo bloccò per un braccio "Aspetta, ci sono
dei problemi..." gli sussurrò all'orecchio "Seer
e Michael ci aspettano al cimitero. Ci vediamo lì."
John annuì e si allontanò.
"Fammi indovinare... la nostra serata è andata in fumo?" chiese Stacy.
"Si... mi spiace io..." si scusò Dan.
"Cos'è, devi andare a caccia di demoni coi tuoi amici?" Fece Stacy entrando in casa.
"Caccia di demoni? Ma... io... ecco..." Balbettò Dan seguendola.
"Mi avevi detto che ti eri separato da Ghost..." Stacy
si lasciò cadere sul divano.
"Ma è vero..."
"Ah, già... è colpa mia. Ho dato per scontato che esserti separato da
Ghost volesse anche dire abbandonare quell'assurdo mondo fatto di mostri e
assassini..."
"Stacy... io non volevo mentirti." Dan le
si sedette accanto "Solo che ho pensato fosse meglio tenertelo nascosto
per il momento... dopo quello che hai passato..."
"Dopo cosa? Dopo che un Vampiro che odiava il tuo Alter Ego mi ha
violentato? Intendi questo?" Stacy strinse le
braccia al petto.
Per dei lunghi, interminabili secondi, calò nella stanza un silenzio gelido.
"Non mi hai mai chiesto nulla... come mi sentissi... Se mi facesse ancora
male..." mormorò la ragazza.
"Stace..." Dan la abbracciò.
"Nei primi tempi... la notte... lo sognavo... sognavo di essere di nuovo a
casa tua... le sue mani che mi afferravano... e io che cercavo di liberarmi,
scalciando e mordendo..." Stace iniziò a
singhiozzare.
"Stacy... è colpa mia... non c'ero quando avevi
bisogno di me..."
"Forse è davvero colpa tua..." Stacy lo
guardò negli occhi, sul volto di Dan apparve un'espressione dispiaciuta, allora
lei sorrise "È questo che pensi vero? È per questo che non mi hai detto
nulla... del fatto che combatti ancora il male. Avevi paura che io mi allontanassi
da te?"
Dan tacque.
"Ho paura... questo è vero..." le labbra di Stacy
sfiorarono quelle di Dan "Ma la paura non è forte quanto il mio amore per
te... Dan, se ti ho accanto, posso affrontare tutto... Dan... io... voglio
sposarti."
Dan la guardò con gli occhi lucidi, poi la strinse a se e la baciò con
passione.
Interludio.
Michael Morbius entrò in un palazzo di Manhattan
scortato da due uomini in divisa militare.
Quello che all'apparenza sembrava un edificio come tanti, dietro la sua
facciata nascondeva una base governativa top secret, che faceva da quartier
generale del Project Sabbath, la squadra governativa
con il compito di studiare e prevenire le minacce sovrannaturali ed occulte.
Michael era stato contattato da Rebecca Morgan, membro della squadra, che gli
aveva proposto una collaborazione con il team, che sarebbe stata ovviamente ben
retribuita.
Il primo pensiero di Michael era stato di rifiutare: aveva cercato di tagliare
i ponti con il suo passato da vampiro e le sue esperienze mistiche, tuttavia la
paga che gli offrivano l'aveva spinto a rivalutare la proposta.
Così quella sera aveva accettato l'invito a visitare i locali della sede
Newyorkese della squadra.
Un ascensore lo fece salire per alcuni piani e quando le porte si aprirono, si
trovò davanti un'enorme stanza bianca, piena di schermi e computer, le cui
pareti non erano altro che delle celle, dentro cui, dietro delle lastre di
vetro, erano rinchiusi svariati individui. Per la sala si muovevano alcuni
uomini vestiti di bianco ed altri in divisa.
"Mr. Morbius! Sono lieta che abbia accettato il
nostro invito." fece una donna con corti capelli ricci.
"Mrs. Morgan suppongo?" Morbius le strinse
la mano "Felice di conoscerla."
"Il piacere è tutto mio... Prego, mi segua e mi permetta di illustrarle
cosa facciamo qui..."
"A prima vista direi che state mettendo su un piccolo zoo..."
commentò Morbius indicando le celle.
"Ah, capisco il suo scetticismo. A Prima vista potrebbe sembrare
un'indiscriminata opera di prigionia... ma non è così. Il nostro scopo non è
imprigionare tutte le creature sovrannaturali o, peggio, eliminarle. Il governo
non ha intenzione di bissare l'errore di Zero Tolerance.
Il nostro scopo è studiare le origini e la struttura di queste creature, ed
eventualmente individuare quali di loro hanno intenzioni pericolose."
Morbius si avvicinò ad una delle celle ed ebbe un
fremito quando vide chi c'era dentro: il volto bianco e gli occhi rossi di Slaughter il vampiro lo fissavano con un'espressione di
scherno.
"Questo è uno dei primi vampiri che abbiamo catturato. Stando alle nostre
fonti lei lo conosce vero?" fece Rebecca alle sue spalle.
"Io... ecco..."
"Non si preoccupi... come le ho detto al telefono, siamo a conoscenza del
suo passato. Ed è proprio per questo che abbiamo richiesto la sua
collaborazione. Ma mi permetta di presentarle gli altri nostri ospiti."
Nella cella accanto vi erano un ragazzo sul cui viso calava una folta chioma di
capelli acconciati in stile Rasta, vestito di pelle, seduto a terra, mentre su
una piccola sedia era seduta una ragazza con un vestito nero, simile a quello
di una suora.
"Sono altri due vampiri. Lui è Night Terror, lei
non ha voluto dirci il suo nome."
Accanto vi erano una donna scheletrica, dalla pelle verde e dai capelli simili
a serpenti.
"Di lei sappiamo solo che si chiama Baba Yaga...
è una strega russa, l'abbiamo catturata con l'aiuto del governo Canadese."
Poi fu la volta di un figuro in armatura, il cui volto era un teschio e di una
creatura dalla pelle azzurra, la cui testa era un volto fiammeggiante.
"Quello non sappiamo come si chiama. È molto difficile da trattare.
L'altro è Soulfire. Li abbiamo trovati a San
Francisco"
Nell'ultima cella vi erano tre creature dall'aspetto felino, completamente nere
e dagli occhi sottili e rossi.
"Questi sono Khats. Sono creature demoniache,
forse al servizio di qualche potente demone..."
"Non male come materiale di studio. Ne avete trovati molti, considerano
che siete in azione da poco tempo."
"Il Project Sabbath è nato un mese dopo la
conclusione dell'invasione Infernale che ha coinvolto il nostro pianeta."
Un uomo magro, coi lineamenti spigolosi fece capolino alle spalle di Morbius "La nostra nazione è per troppo tempo rimasta
ferma a guardare nel campo del sovrannaturale, ma l'invasione dei demoni ha
portato all'istituzione della nostra squadra. I fondi governativi investiti
sono minimi, il grosso viene da investimenti di privati. Piacere, io sono Sirius Green."
"E ditemi...per quanto tempo queste persone rimarranno vostre
prigioniere?"
"Fino a quando non avremmo terminato i nostri esami. E a quel punto,
quelli che non andranno in prigione... perché, nel caso non lo sappia alcuni di
loro sono degli assassini… saranno lasciati liberi." Spiegò Sirius.
"Lo scopo del Project Sabbath, Mr. Morbius, è capire. Capire le leggi del mondo sovrannaturale
in modo da poter difendere gli uomini quando ce ne sarà bisogno e..." le
parole di Rebecca vennero interrotte da un suono metallico.
Una figura in armatura viola e verde, attraversò la stanza fino ad avvicinarla.
"Abbiamo finito gli ultimi test, Mrs. Morgan.”. Annunciò la figura.
"Mr. Morbius, mi permetta di presentarle Annex, l'ultimo acquisto della nostra task force."
Fece Rebecca.
"Mi sembra di averla già vista... forse in tv." Michael gli strinse
la mano.
"Il nostro team ha scelto Annex per la
tecnologia che compone la sua armatura. Essa è stata ottenuta tramite gli
schemi di un fucile anti-occulto un tempo usato dal cacciatore di demoni Frank
Drake." Spiegò Rebecca "Grazie a quella tecnologia siamo riusciti a
catturare demoni che avevano posseduto degli innocenti e...".
"Mr. Ellis, se mi segue nello studio possiamo visionare assieme i
risultati dei test." Così dicendo Sirius si
allontanò con Annex.
"Tornando a noi, Mr. Morbius. Penso che a grandi
linee abbia capito quello che facciamo qui. Ovviamente sarò pronta a chiarire
ogni suo dubbio e spiegare ogni particolare, ma mi dica: posso contare su di
lei come parte del nostro team."
Michael ci pensò su un attimo e poi disse "Si... penso di si."
Ma dentro di sé si sentì come se stesse facendo un patto con il demonio in
persona.
Fine interludio
Night Club del Sangue.
"Che fine ha fatto Dan?" fece Badilino
fissando il quadrante del suo orologio da polso.
"L'ho lasciato a casa di Stacy... arriverà
presto." Blaze si versò da bere.
"Eppure gli ho detto che era urgente..." sbuffò Michael.
"Gli dia un po' di tregua Mr. Badilino..."
Jack indossò la maschera di Shriker "Non è
facile congedarsi dalla propria ragazza dicendole: Devo andare ad ammazzare i
mostri."
"Con Akene Funziona..." Suicidio, il
muscoloso uomo di colore vestito di pelle, si lucidò gli occhiali da sole.
"Davvero?" chiese Blaze.
"Si... Quando Seer è venuta a chiedermi di
collaborare con voi, Akene era su di giri, mi ha
detto di andare, divertirmi e raccontarle tutto quando torno..." Suicidio
sembrava un po' imbarazzato nel raccontarlo "Lo so... è un po'
strana..."
"Chi non vorrebbe una donna così?" sorrise John.
La porta del locale si illuminò e Dan entrò con Seer,
scusandosi per il ritardo.
"Perfetto... ci siamo tutti." Michael si alzò e si diresse verso una
cartina attaccata contro la parete "Ho spiegato vagamente il problema ad
alcuni di voi. Adesso vi darò il quadro completo della situazione. Alcuni
giorni fa, io e Seer ci siamo scontrati con un
bestione che ha il potere di risucchiare la forza vitale di coloro che sono ad
un passo della morte. Inoltre sembra essere costituito di pezzi di cadavere,
che gli si avviluppano attorno come una grottesca armatura."
"Questo lo rende pressoché invulnerabile agli attacchi fisici..."
prese la parola Seer "Che vanno inutilmente a
colpire la carne morta che l'avvolge. Ho fatto delle ricerche su Internet, ma
non ho trovato nulla del genere. Quindi non penso sia un demone..."
"Speravamo di essercene liberati... invece è sopravvissuto e si muove per
le fogne, risucchiando la vita dai barboni e strappandone le carni."
Mostrò alcune bandierine sulla mappa "Il nostro scontro è avvenuto qui,
alla Statua della Libertà. Le prime vittime sono state trovate in un condotto
vicino al mare. Le successive si piazzano in un percorso in linea retta che va
verso nord."
"Questo è tutto quello che sappiamo... L'unica cosa che possiamo fare è
entrare nelle fogne e, dal punto dell'ultimo ritrovamento, muoverci anche noi
verso nord, cercandone le tracce..." terminò la spiegazione Seer.
"È essenziale rimanere uniti. È molto potente… combina forza e resistenza
a livelli invidiabili. L'unica strategia di attacco che possiamo attuare è
cercare di disfare il suo corpo." Aggiunse Michael.
"Bene... Cosa aspettiamo a partire?" fece Blaze
alzandosi in piedi.
Uscirono tutti e sei dal pub, e salirono sulle moto degli Spiriti della
Vendetta, Seer in sella con Michael, Shriker con Dan e Suicidio con Blaze.
"Mmm... comoda questa moto..." sussurrò
Suicidio stringendosi al petto di John.
"Ehm... tu stai con Akene vero? E poi eri
sposato... quindi sei etero, no?" chiese imbarazzato Blaze.
"Che differenza fa?" fece malizioso Suicidio.
Le tre moto partirono con un rombo.
Fogne di New York.
Seer scese la scaletta, saltando gli ultimi scalini e
finendo tra le braccia di Michael.
La seguì Dan e chiuse la fila Jack.
"È qui che hanno trovato l'ultimo barbone..." Michael indicò il
tunnel che si dipanava di fronte a loro "Proseguiremo in quella
direzione... E stiamo all'erta."
Per alcuni minuti proseguirono lungo il tunnel, lasciando che Seer illuminasse la strada, in silenzio senza trovare
alcuna traccia della creatura.
Poi un grido ruppe il silenzio, tutti si misero in posizione d'attacco: Blaze caricò il fucile, Dan evocò la catena, Suicidio e
Jack sguainarono le lame, Michael fece infiammare i pugni.
Dall'oscurità venne fuori una figura infagottata in un largo maglione, sul
volto aveva un'espressione terrorizzata e correva gridando in modo isterico.
Michael la bloccò "Che è successo?"
"Robbie... e Gary... li ha presi... qualcosa..." era una ragazza,
anche se il volto scavato e sporco non aveva nulla di femminile.
"Calmati... dimmi, come ti chiami?" fece Michael.
"Geri... ma gli amici mi chiamano Ginger..." singhiozzò la ragazza.
"Okay, Ginger ascoltami. È tutto a posto. La mia... amica ti porterà
fuori. Cercheremo noi di salvare i tuoi amici, okay?" e così dicendo
chiamò Seer "Portala al sicuro... e poi ritorna
qui, ok?"
Seer corse via con la ragazza, mentre Michael diceva
agli altri di tenersi pronti.
Avanzarono lentamente, rimanendo uno a fianco l'altro, guardandosi intorno con
sguardo circospetto.
D'un tratto, tra i flutti scuri dell'acqua fece capolino una mano.
"Cos'è quello?" chiese Dan.
Suicidio si avvicinò e la tastò con la sua spada, poi la infilzò e la tirò
fuori: era un intero braccio umano, reciso all'altezza del gomito.
"mi sa che siamo sulla pista giusta..." Commentò l'uomo.
"Ma dov'è il resto del corpo?" Blaze non
aveva fatto in tempo a finire la frase che una carcassa cadde dall'alto,
finendo in mezzo a loro.
Si scostarono tutti di scatto e videro che si trattava di un corpo privo di
vita, mutilato in maniera inumana: gli mancava parte della faccia, del busto e
tutta la pelle delle gambe era stata strappata via.
"Il braccio non è suo... li ha tutti e
due." Notò Michael.
"Sei silenzioso Jack... come mai?" chiese Dan affiancando l'amico.
"Stavo pensando... Badilino ha detto che riesce
a usare come armatura la carne morta... Mi chiedo quindi perché abbia
abbandonato tutto questo materiale..." il ragazzo si massaggiò il mento
"mi chiedo a che livello arrivi la sua capacità di modellare il materiale
morto..."
Aveva appena formulato quel pensiero, quando il cadavere si alzò di scatto e si
avventò contro Dan, afferrandogli il collo con entrambe le mani.
"Dan!" gridò Shriker sguainando le spade e
calandole con un colpo secco sulle braccia dello zombie.
Gli recise gli avambracci, facendolo ricadere all'indietro, ma le mani non si
staccarono dal collo di Dan.
La vista del ragazzo cominciò ad annebbiarsi, mentre Jack cercava di liberarlo
dalla morsa.
Lo zombie, agitando i moncherini nell'aria, cercò di aggredirlo alle spalle, ma
venne intercettato da Blaze che gli sparò addosso
facendolo volare contro una parete.
Intanto dalle ombre era emerso un altro zombie, il proprietario del braccio,
che aggredì Michael.
"Non si preoccupi Mr. le do una mano io!" fece Suicidio, ma la mano
monca si sollevò afferrando una delle sue spade e ficcandogliela nel petto
"Argh! Uh... farà male... per un pò"
Suicidio si voltò di scatto e trafisse con l'altra spada la mano, lacerandola
in due.
Mentre gli Spiriti della Vendetta lottavano con gli zombie, poco più avanti,
nascosto nell'ombra, Adam li osservava.
Aveva riconosciuto due dei suoi aggressori: uno l'aveva incontrato tempo prima
quando era solo un bambino, l'altro l'aveva aggredito pochi giorni prima.
Sapeva che qualcuno avrebbe cercato di fargli di nuovo male, ma non pensava che
venissero così in tanti, i pupazzi di carne che gli aveva mandato contro non
sarebbero serviti a molto.
Dal suo corpo si allungarono due fili, fatti di muscoli e cartilagini, che si
insinuarono nel soffitto.
Non poteva permettere che lo prendessero, doveva continuare a raccogliere anime
per Mefisto, altrimenti avrebbe fatto male a sua madre; doveva attaccarli e per
farlo avrebbe sfruttato il vantaggio delle tenebre.
I filamenti distrussero le lampadine che illuminavano fiocamente il tunnel e le
fogne sprofondarono nelle tenebre.
"Cazzo! Siamo al buio!"
"Stiamo tutti vicini!"
"Cercherò di fare luce con il fuoco infernale!"
Michael illuminò il palmo della mano, ma appena lo fece sentì un colpo calargli
contro la schiena e volò contro una parete.
"È lui! Ci sta attaccando!"
Blaze alzò il fucile verso l'altro e sparò una
fiammata di fuoco infernale che per qualche secondo illuminò il tunnel.
Vide dietro Dan e Shriker una grossa sagoma.
"Dan, è dietro di voi!"
Dan si voltò di scatto, mentre le tenebre calavano di nuovo, lanciò la sua
catena e sentì che aveva colpito qualcosa.
D'un tratto si sentì trascinato a terra: Jack l'aveva afferrato e tirato giù.
"Jack! Cosa diavolo..."
"Ha calato il pugno. Ho sentito lo spostamento d'aria. È enorme Dan, se
presti attenzione puoi sentire i suoi movimenti."
Jack sentì che Adam stava per calare un altro colpo; spinse via Dan e saltò in
aria, lasciando che il pugno colpisse il terreno, poi atterrò sul braccio della
creatura e corse verso la testa.
Estrasse i suoi sai e li ficcò tra la carne morta che ne formava il viso, ma
Adam non sembrò soffrirne, più che altro era infastidito dalla sua presenza
sulla schiena.
Mentre Adam si contorceva per liberarsi di lui, Michael e Blaze
lo colpirono allo stomaco con dei pugni: Blaze
avrebbe voluto usare il fucile, ma era rischioso sparare al buio e il fuoco
infernale sembrava non fare nulla alla creatura.
"Strappiamo la carne! Cerchiamo di distruggere il suo corpo!"
Suicidio giunse alle spalle di Adam e ne trafisse la schiena con una spada.
La spada raggiunse il bozzolo all'interno del corpo dove era rifugiato il
bambino, venne colpito solo di striscio, ma era la prima volta che veniva
colpito e la paura e la rabbia esplosero in lui.
Fino a quel momento, il corpo di Adam era rimasto acquattato, con la schiena e
le gambe piegate.
Si alzò di scatto, roteando le braccia, distruggendo le parete e il soffitto.
"Sta crollando tutto!"
"Mettevi al riparo!"
Dan sentì qualcosa calare verso di lui, fece qualche passo indietro, poi venne
travolto e tutto divenne nero.
Buio.
Una luce.
Una fiamma.
Un teschio fiammeggiante.
Ghost.
Tra le sue braccia... Jennifer Kale, ferita a morte.
Dan aprì gli occhi di scatto, sfuggendo a quella visione.
Sentiva un dolore diffuso in tutto il corpo, ma temeva peggio.
Si accorse allora del corpo che gli premeva contro.
Nel buio non aveva riconosciuto la sagoma d Shriker.
"Jack? Tutto bene?"
"Ugh... si... te l'avevo detto di stare attento
agli spostamenti d'aria..."
"Cerchiamo di tirarci fuori di qui..."
Dan strinse a se Jack e si trascinò sulla schiena fuori dal cumulo di macerie.
Il soffitto era crollato, creando come un muro che divideva il tunnel in due.
"John e gli altri sono dall'altra parte... spero stiano bene..." fece
Dan alzandosi.
"Lo spero anche io..." Jack si sollevò, ma non riuscì a reggersi
sulle Gambe finì in ginocchio.
"Jack stai be..." Le parole morirono in bocca a Dan.
Si accorse solo in quel momento che un tubo aveva trapassato l'addome
dell'amico, spuntando dalla sua schiena.
"Jack! Cazzo! Tu... Oddio, cazzo, mettiti a terra, non muoverti!"
gridò Dan.
"Sto bene Dan... non preoccuparti..." fece Jack cercando di alzarsi.
"Ma cosa è successo qui?" esclamò Seer
giungendo in quel momento, poi si accorse anche lei della ferita di Jack e
sbiancò.
"È tutto ok." Cercò di rassicurarli lui, sdraiandosi su un fianco.
Seer si inginocchiò accanto a lui, lasciandogli
poggiare la testa sulle ginocchia e togliendogli la maschera.
"Vado a cercare Michael... lui può guarirlo..."
"Aspetta un attimo Dan..." fece Jack allungando una mano "Prima
ti volevo dire una cosa..."
"Cosa?" fece Dan avvicinandolo, gli prese la mano nella sua.
"Ti volevo dire che... io..." Jack deglutì e poi sorrise "No...
oggi non è il caso... è meglio domani..."
"Certo, me lo dirai domani non ti preoccupare..." Dan si alzò e si
avvicinò alla parete iniziando a scostare le macerie "Michael! Mi senti?
Abbiamo bisogno di te! Michael!"
"No..." singhiozzò Seer.
Dan si voltò "Che c'è?"
Jack dormiva con un'espressione placida sul volto.
Seer aveva portato una mano davanti alla bocca e
lacrimava copiosamente.
"No." Mormorò Dan. "No, non è vero! Ti sbagli!" iniziò a
gridare correndo verso la ragazza "Sta dormendo! Sta solo dormendo... fino
a due secondi fa... stava parlando normalmente... sta solo riposando gli
occhi... sta..."
Dan si inginocchiò e portò una mano davanti agli occhi "Si... sta
dormendo... e domani... domani..."
Domani.
Nel
prossimo Numero:
La Caccia Di Mezzanotte: 4°Atto
NOTE DI CARLO
Ecco a voi l’ultima
Ultimate Edition di Spiriti della Vendetta, contenente le ultime storie scritte
da Xel per questa testata. Il prossimo episodio di
questa serie, un capitolo del crossover
“La Caccia di Mezzanotte”, sarà scritto nientemeno che dal sottoscritto. Nell’augurare
buona fortuna a Xel per le sue prossime imprese al di
fuori di Marvelit, vi ricordo che, come al solito, mi
sono limitato a dare una sistematina organica alle note lasciando pressoché
intatto quanto scrittola Xel.
Spero che vi siate divertiti nel leggere queste storie come è capitato a me.
NOTE DI XEL
1) Blackout riappare qui dopo il numero 6, dove Dan sembrava ucciderlo. Riappare inoltre la spada di Foundry, che Lilith lo aveva mandato a recuperare nel lontano numero 1 (Poverina, sono 12 numeri che attende... e altrettanti ne attenderà ancora!).
2) La questione del fuoco infernale: ho inventato io la classificazione dei tre colori, ma non le diverse nature del fuoco. Già il primo Ghost Rider (Zarathos) affermava di poter usare due tipi di fuoco, uno che bruciava la carne e uno che bruciava l'anima. In più nella mini di Blaze, questi guariva dalle ferite inferte da Skinner proprio grazie al fuoco infernale. Con il discorso del Custode ho cercato di mettere un po' d'ordine in questo potere.
3) Per maggiori informazioni su Adam, il figlio di Threnody, vi rimando alla miniserie MIT di Ghost scritta da Sergio Gambitt. Tenetelo d'occhio: sarà un personaggio cruciale per i prossimi numeri.
4) Schreech e Rosanera (Blackrose... visto Blackheart è tradotto, mi è sembrato giusto tradurre anche questo) sono apparse negli ultimi numeri della serie originale di Ghost Rider come spose di Cuore Nero. Rosanera si è poi rivelata essere Roxanne Blaze... ci torneremo sopra.
5) Lo Spaventapasseri appare qui dopo essere evaso da Ravencroft (L'uomo Ragno MIT 33). La sua capatina al Bar Senza Nome, con relativo cameo di Ed "Switch" Freeman è da collocarsi tra i numeri #18 e #19 di Villains. Ci sarebbe molto da dire su di lui, come il fatto che dovrebbe avere tutte le ossa saldate storte o, cosa più importante, dovrebbe essere morto, ma parleremo meglio più avanti!
6) Riappare Suicidio, visto l'ultima volta su Spiriti 4. Con lui c'è anche Akene, sua amica e vicina di casa, apparsa prima unicamente su All American Comics 37.
7) Il riferimento di Stacy ai "casini con lo Scorpione", riguarda gli eventi della saga Rain On New York (sull'uomo ragno, a partire dal #37).
8) Paula Jones è la fidanzata di Dan Ketch (si sono messi insieme in numeri di Ghost Inediti in Italia). O almeno sono stati tali finché il suo corpo non è stato posseduto dalle bestiali Furie. Dopo non si sono più visti... Ma sembra ben intenzionata a riconquistare il suo uomo!
9) Tornano le moto!!! Erano loro le grandi assenti di questa serie: come posso esistere Spiriti della Vendetta senza moto???
10) Riguardo al primo episodio c’è poco da dire, se non che la parte iniziale della storia mi piace molto, adoro le storie dove si pone l'accento sulla vita "borghese" dei personaggi, per questo vedrete accanto a lotte con demoni e compagnia bella, anche storie in cui i personaggi studiano, cercano lavoro ed escono con gli amici...
11) In questi episodi ci sono state, ve ne sarete resi conto, tre storyline che si sono incastrate l'una nell'altra... E finalmente si è risolta la degenza ospedaliera della signora Ketch che durava sin dal numero 5.
12) Gli Uomini Teschio li ho già citati nel numero 12. Il loro legame con il Custode e gli Spiriti della Vendetta verrà presto chiarito.[purché qualcuno decida di occuparsene, ovvio. NdC -_^)
13) Succubus è una nemica di Ghost apparsa in un solo numero della sua serie (in Italia Ghost Rider #3), di lei si sapeva solo che lavorava per Incubo... ma poi è sparita per anni.
14) Cito da Spiriti della Vendetta 4 "La signora Ketch le poggiò una mano sulla spalla "Ti capisco Stacy... anche io, a volte, sogno che i miei figli siano di nuovo qui, nella loro casa... Penso che alzandomi dal letto e scendendo le scale me li troverò davanti..." come vedete, già dieci numeri fa avevo ben in testa cosa stesse succedendo a Frances Ketch... niente male, eh?
15) Queste storie hanno parecchi spunti: i sogni di Dan ci rivelano qualcosa di lui e delle sue aspirazioni, ma anche del suo lato nascosto; intanto alla stazione di polizia John ha incrociato…la defunta Roxanne? Ne saprete di più nei prossimi numeri.
16) Quanto ad Adam, il figlio non-morto di Threnody, ha tenuto testa a Seer e Michael e non attenderà molto prima di tornare all'attacco. Si sta rivelando un avversario molto più pericoloso del previsto...
17) Glorian, il modellatore dei sogni, è Thomas Gideon. È stato "apprendista" del Modellatore di mondi. La sua ultima apparizione risale ad un episodio di Generation X apparso su Wiz 31
18) Hellgate (vi ricordo) ha rapito i figli di John nell'inedita serie regolare di Blaze... in realtà la faccenda è un po' più complicata, a causa dei soliti autori confusionari, però accontentatevi questa stringata spiegazione ^^,
19) Astaroth ed Astarte sono apparsi per la prima volta nel numero uno di questa serie.
20) Quanto al
demone:
*si è fuso con Cletus Kasady
formando il Carnage Demoniaco su Spiriti 2.
* il Carnage demoniaco è stato ucciso da Zarathos su Spiriti 4.
*è resuscitato grazie alle influenze della cappa delle ombre su Spiriti 6
*È stato sconfitto grazie agli sforzi combinati di Dan, Michael, Uomo Ragno e
Ragno Nero, su Spiriti 7 & UR 33. La battaglia ha avuto luogo a Ravencroft, dove era imprigionato anche lo Spaventapasseri,
che alla fine di UR 33 si scopriva essere evaso.
21) Sullo Spaventapasseri. Il doppio carpiato narrativo sul fatto che sia ancora in vita è dovuto al fatto che quando l'ho fatto apparire la prima volta, ancora non sapevo che fosse morto^^,. La sua morte è avvenuta in numeri inediti di Ghost, e sempre su Ghost la sua anima viene usata da Cuorenero come pedina. Ho quindi deciso che dopo essere stato usato da Cuorenero sia stato rispedito sulla terra...
22) Nel caso l'aveste scordato, Dan nel numero 9 ha detto a Stacy di non essere più Ghost... ma non ha fatto menzione al fatto di avere lo stesso i poteri.
23) Ma l'ospedale dove si trova la madre di Dan (uscita finalmente dal coma dopo dieci numeri) accetta le visite ad ogni ora? Me lo chiedo anche io ^^.
24) L'Armatura Infernale è già stata citata in Transwar (SV 8-11) dove era indicata come atta a sigillare il Pozzo del Destino
25) Incubo ci rivela alcuni retroscena del periodo buio di Ghost, quello degli ultimi numeri della serie originale, quando Noble Kale divenne signore dell'inferno. A quanto pare si trattava di una sua sofisticata illusione... approfondiremo la cosa più avanti.
26)Finalmente abbiamo scoperto
che fine hanno fatto i figli di John, chi fossero in realtà l'avevo vagamente
suggerito nel primo ciclo... Tuttavia i problemi famigliari dell'uomo sono ben
lungi dall'essere conclusi..
27)Stacy Dolan è stata violentata dal vampiro Black
Out sul numero 5
28)Dan ha proposto a Stacy di sposarlo su
Spiriti #9
29)Michael Morbius è stato per lungo un vampiro,
ma non di tipo sovrannaturale, anche se per un breve periodo, in seguito ad una
trasfusione di sangue Lilin, divenne una creatura
occulta. Quel periodo è però passato, ed adesso Michael Morbius
è tornato un normale essere umano. La sua apparizione precedente a questo
racconto è sull'uomo ragno 36.
30)Il Project Sabbath è apparso per la prima
volta su Ghost Rider 4, in versione rappresentata dalla task force che si muove
sul campo.(in realtà era già stato citato su Spiriti della Vendetta 9).
31)Nei locali del Project Sabbath troviamo
alcune vecchie conoscenze: Slaughter è un vampiro
malvagio che ha incrociato spesso la strada con Morbius;
Night terror è anch'egli un vampiro, apparso sul
primo annual di Ghost (in Italia Marvel Magazine 16)
e in numeri inediti della serie di Blade; Baba Yaga è una strega apparsa in un racconto di Capitan
Bretagna; Soulfire è apparso in numeri di Hellstorm, ma l'ultima apparizione risale a Ghost Rider MIT
5, dove veniva catturato dal Project Sabbath. I Khats sono una razza di demoni visti in alcuni numeri di
Dottor Strange. Il cavaliere del teschio è un personaggio originale che è
apparso sempre nella serie Mit di Ghost e sempre lì
si è vista la sua cattura da parte del Project Sabbath.
Annex (Alexander Ellis)è un personaggio del cast
dell'uomo ragno, apparso in Amazing Spider Man Annual
27, ha ricevuto la tecnologia che sta alla base dell'Esorcista (l'arma un tempo
usata da Frank Drake) a causa di un intrigo legato al Grande gioco.
32)Adam ha già "incontrato" Dan nella miniserie di Ghost
33)La visione di una Jennifer Kale sanguinante
tra le braccia di Ghost perseguita Dan fin dai primi numeri della serie. Nel
caso l'abbiate dimenticato, Dan e Jen erano partiti
insieme alla fine della Miniserie di Ghost, dopo di allora non si sa cosa sia
successo ai due, fino all'apparizione di Dan sul primo numero di questa serie.
34)Quello che avete letto per ultimo è uno dei miei racconti meglio
riusciti. Mi piace questa storia, mi ha emozionato e anche commosso (ho quasi
pianto scrivendo le ultime righe). Ho cercato di creare un contrasto tra la
parte iniziale in cui personaggi vivevano la loro vita “normale” e la seconda parte
dove qualcosa di “non normale” giunge a distruggerla per sempre. Jack d’Auria
ci lascia con questo numero, si è unito a noi nel numero 5 e da allora è
rimasto una presenza costante, nel ruolo di confidente e amico di Dan, i suoi
veri sentimenti se li porterà nella tomba con se.
Prima di leggere il prossimo numero, recuperate Tomba di Dracula #23, Ghost #11
e Power Pack #21, perché è lì che troverete i primi tre capitoli de “La Caccia
di Mezzanotte” il crossover che terrà banco la fine dell’anno
Ps. Questi episodi stanno cominciando a diventare dannatamente lunghi…O_____O ventimila caratteri contro i diecimila del primo episodio…
XEL AKA JOJI